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Tv: su Rai2 '#Maipiùbullismo', occhi puntati sui giovani e i loro problemi

08 gennaio 2018 | 20.00
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Pablo Trincia conduttore/coach di #Maipiùbullismo
Pablo Trincia conduttore/coach di #Maipiùbullismo

Un viaggio per confrontarsi con realtà difficili che spesso vengono considerate un tabù. Un programma che si snoda su quattro puntate, arrivato alla sua seconda stagione, "molto complicato" che può diventare un vero e proprio "incubo" per chi lo reralizza. Torna su Rai2, '#Maipiùbullismo', il social coaching che tocca con mano un fenomeno che coinvolge molti ragazzi e ragazze delle scuole creando disagio e sofferenze. Al via dal 10 gennaio su Rai2, per quattro puntate, il programma verrà "proposto anche in un'altra fascia oraria, una collocazione gemella che verrà ufficializzata tra oggi e domani. E' un progetto importante cui voglio dare continuità", ha spiegato il direttore di Rai2 Andrea Fabiano.

Un modo, questo, per venire incontro all'esigenza di rendere la trasmissione sempre più fruibile soprattutto dai giovani. Realizzato dalla Società Verve Media Company, in collaborazione con la Rai e il Miur, il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, il programma vedrà al timone Pablo Trincia nella doppia veste di conduttore/coach che darà voce alle giovani vittime di bullismo, parlerà con le famiglie e con i dirigenti scolastici. Ogni puntata si chiuderà con un 'confronto tra le parti', ovvero con un incontro chiarificatore tra il protagonista della storia e i suoi compagni di classe.

Il programma, ha spiegato il presidente della Rai, Monica Maggioni, "qualifica in modo particolare il Servizio Pubblico perché nasce dall'idea che i grandi problemi che attraversano la società si affrontano raccontandoli con una lettura e uno sguardo che porta al loro superamento". Il che è "esattamente l'opposto di dire che va tutto bene e i problemi non ci siano. Ma questo significa che anche il più complicato dei problemi ha probabilmente una soluzione. Affrontiamo la questione del bullismo in una chiave costruttiva fuori dai percorsi retorici", ha aggiunto Maggioni affermando che "il linguaggio usato va dentro le cose, e non concede nulla all'ovvio e alla retorica. Siamo i primi, in Europa, a mandare in onda la seconda stagione del programma e per il Servizio Pubblico farlo è una cosa quasi ovvia. E' il mestiere della Rai ed è la sua ragione d'essere nella società".

Lo strumento narrativo che viene usato è quello del video-diario: attraverso delle microcamere nascoste i ragazzi potranno documentare quello che succede realmente a scuola. "Non possiamo pretendere di risolvere il problema in una classe - ha affermato Pablo Trincia, anche lui vittima, durante le scuole medie, di bullismo, 'non psicologico ma violento' - ma il fatto che se ne parli pubblicamente è già molto importante". Il fatto che ci sia "uno studente su 20 che si pone il problema di cosa abbia fatto e che chieda scusa, è già l'inizio di un cambiamento. Poi, ovviamente, passiamo la palla alle famiglie, alla scuola, ai ragazzi. La seconda edizione è migliore della prima, siamo diventati più bravi: siamo riusciti a capire bene quali dinamiche si verificano tra i ragazzi e come evitare i problemi", ha detto Trincia concludendo che il programma "è un incubo da realizzare, è difficilissimo perché ci si incastra tra i ragazzi, le famiglie e la scuola".

Nella prima puntata Trincia tornerà in Puglia a trovare Pietro, lo studente dell'Istituto agrario di Massafra che aveva chiesto aiuto al programma nella scorsa stagione. Nelle settimane seguenti andranno in onda tre storie nuove: protagoniste due ragazze che frequentano la scuola media e una che è alle superiori. "Non subire atto di bullismo e cyberbullismo è straordinario", ha evidenziato la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli sottolineando che "chi denuncia va sostenuto. Non è fare la spia ma mettersi in condizione di essere un soggetto civile che si fa rispettare. Non bisogna mai sentirsi in colpa quando si subisce un atto di bullismo e cyberbullismo".

In questo senso "questa trasmissione è molto importante perché dà il coraggio di non sentirsi in colpa. Parlare con gli adulti e con i genitori è la necessità che abbiamo per aiutarli a capire che non bisogna chiudersi". D'altra parte, ha ricordato Fedeli "da laica" anche Papa Francesco ha affrontato il fenomeno del bullismo. "Ne ha fatto uno straordinario momento di riflessione davanti a tanti ragazzi e ragazze a Milano", ha detto il titolare di viale Trastevere. Il programma è un format internazionale trasmesso in Olanda e Spagna e in corso di preparazione in 12 paesi nel mondo.

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