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'Il Cacciatore', la mafia in controluce e uno Stato che vince

01 marzo 2018 | 17.18
LETTURA: 5 minuti

Francesco Montanari nella serie tv 'Il cacciatore'
Francesco Montanari nella serie tv 'Il cacciatore'

La caccia alla mafia in una fiction diversa dal solito dove la mafia viene messa in ginocchio e dove il bene e il male vengono raccontati con le sfumature, le contraddizioni della vita reale. Una serie tv in 6 puntate, 'Il cacciatore', ispirata alla storia del magistrato Alfonso Sabella che, se pure con eccesso di crudezze forse evitabili, fotografa la lotta tra lo Stato e la mafia siciliana nei primi anni '90. Anni in cui le stragi, quelle non legate a nomi altisonanti, erano davvero all'ordine del giorno. In onda in prima serata su Raidue dal 14 marzo prossimo questa fiction è diretta dai giovani registi Stefano Lodovichi e Davide Marengo e si avvale di un cast di attori bravissimi tra cui Francesco Montanari nel ruolo del cacciatore vale a dire del pm Saverio Barone, che "non è Alfonso Sabella salvo che nei fatti di cronaca", ha precisato Montanari.

"Non ho voluto conoscere Sabella prima delle riprese proprio perché questa non era una operazione filologica - ha sottolineato Montanari - Non avrei dovuto interpretare un essere umano vivente e temevo di farmi fuorviare da un'idea preimpostata se lo avessi incontrato. L'ho fatto, invece, quando avevamo già iniziato a girare e questo ha aumentato in me la sensazione che i fatti raccontati erano successi davvero. Non che prima non ne fossi consapevole, ma incontrarlo ha acuito questa sensazione. Sabella - ha raccontato poi Montanari - mi ha anche trasmesso una cosa importante quando gli ho chiesto suggerimenti per la parte in cui dovevo fare un interrogatorio: 'devi metterci l'umanità necessaria per farti dire quello che ti serve ma dentro di te non devi dargli altrettanta dignità'". Cos'altro porta alla luce questa fiction? "Che il bene può essere cool", risponde Montanari. Un frutto non male.

'Il Cacciatore', coproduzione Cross Production, Beta Film in collaborazione con Rai Fiction, "è un prodotto che si inserisce nella strategia di offerta ampia e diversificata di Rai Fiction che lavora sulle tre reti generaliste e, dunque, sulla possibilità di rivolgersi a spettatori che non rientrano nell'alveo tradizionalmente generalista di Rai1", ha spiegato il direttore di Rai Fiction, Eleonora Andreatta, alla Casa del Cinema, dove si è tenuta oggi la conferenza stampa di presentazione dopo la proiezione di una parte della serie tv.

La fiction per Rai2, ha fatto notare la Andreatta, "racconta storie scomode, personaggi complessi, con virtù e difetti, con le loro passioni profonde, un linguaggio che esce dalle convenzioni rassicuranti non solo del racconto, ma del modo di raccontarlo. Coerente con questa premessa narrativa - ha osservato - la natura del protagonista, non un eroe da santificare, ma un uomo complesso, con un carattere ruvido, non compiacente, fragile al punto di rischiare di cadere, ossessionato dalla missione in bilico tra senso dello Stato e ambizione. Siamo sulla linea della serialità meno stereotipata e più sfaccettata".

Il cacciatore, ha approfondito la direttrice di Rai Fiction, racconta "le rivalità all'interno del pool antimafia, le difficoltà di tenere insieme l'impegno di magistrato e la vita familiare, il circolo vizioso in cui si avvolge la caccia e che rischia di perdere il cacciatore...e sul versante opposto, le esistenze frantumate, scisse, perverse, ossessionate dai ruoli e dal potere, dei mafiosi. In primis, l'antagonista, Luca Bagarella, crudele nella gestione dell'organizzazione, con il vuoto di un figlio che non riesce ad avere". E poi l'efferato Brusca che "ripensa al padre o l'autista di Bagarella che s'illude di non essere toccato dal sangue".

Una linea strategica per Rai Fiction, ha posto l'accento Andreatta, in cui "l’innovazione attraversa le storie, i personaggi e il linguaggio. Spostare il target vuol dire raccontare in modo diverso, nella scrittura, nella regia che modifica il quadro dell'inquadratura, che sceglie tagli inconsueti, nel montaggio che alterna e spezza, mescola reale e ricordo, ma anche nella recitazione, nel montaggio, e nella musica che riflettono la complessità di uno storytelling contemporaneo e in linea con la migliore serialità internazionale". Nel cast anche David Coco (Leoluca Bagarella), Paolo Briguglia (Tony Calvaruso), Francesco Foti (Calo Mazza), Marco Rossetti (Leonardo Zaza), Roberta Caronia (Vincenzina Marchese), Miriam Dalmazio (Giada Stranzi), Roberto Citran (Andrea Elia), Edoardo Pesce (Giovanni Brusca), Dario Aita (Pasquale Di Filippo), Nicola Rignanese (Cesare Bonanno).

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