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Pronto a tornare sul set, Belmondo compie 85 anni

09 aprile 2018 | 10.42
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Jean-Paul Belmondo con Anna Karina in 'La donna è donna'di Jean-Luc Godard  (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Jean-Paul Belmondo con Anna Karina in 'La donna è donna'di Jean-Luc Godard (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Jean-Paul Belmondo concede interviste, partecipa a programmi televisivi, scrive le sue memorie e prepara un nuovo film, perché a 85 anni, che celebra oggi, lunedì 9 aprile, è ancora pieno di energia. Ha fatto spesso notizia anche per la sua vita privata e la sua ammirazione leggendaria per le belle donne: nel cinema ha sedotto, abbracciato e baciato alcune delle più belle, come Claudia Cardinale, Gina Lollobrigida, Brigitte Bardot e Jeanne Moreau. Ma nella vita reale ha avuto relazioni con poche di loro, ha detto in una recente intervista. Si diceva che fosse l'amante di tutte le attrici, ma non era vero, tranne che per un'eccezione: Ursula Andress.

L'attrice, che oggi ha 82 anni, era una "tigre svizzera" iper-dinamica, ha detto Belmondo nel suo colloquio con la rivista femminile "Madame Figaro". L'attore la incontrò durante le riprese di "L'uomo di Hong Kong" di Philippe de Broca, nel 1965. Il rapporto con la prima Bond girl è durato sette anni, ha aggiunto Belmondo, che è stato sposato due volte. Ed è stata una relazione molto intensa.

Tra coloro, invece, che non gli hanno prestato attenzione nonostante il suo leggendario sorriso c'è Brigitte Bardot, sex symbol degli anni '50 e '60, forse perché il suo approccio non era esattamente galante o originale. L'ha incontrata nelle riprese di "La vérité", nel 1960, e lei ha resistito al suo fascino nonostante lui le avesse "toccato" il seno più volte, come ha rivelato disinibito all'inizio dell'anno scorso nel programma televisivo "Le Grand Journal". Ha confessato di averci provato fino a quattro volte, ma senza risultato. Le sue avance risultano più poetiche nelle sue memorie, pubblicate nel 2016 ("Mille vite meglio di una"), in cui afferma che Bardot ha resistito a tutte le sue convincenti armi di seduzione. Nel libro, Bébel, come i francesi lo chiamano affettuosamente, fa il punto della sua vita e della sua carriera.

Che guarda ancora al futuro. Entro poche settimane, Belmondo tornerà infatti davanti alla macchina da presa, come rivelato i primi di febbraio dal quotidiano "Le Parisien", dopo settimane di voci. Sarà per il film "Le coup de chapeau", di Fabien Onteniente, una commedia in cui Belmondo sarà protagonista.

L'ultimo film che ha girato risale al 2008: quell'anno interpretò "Un homme et son chien" di Francis Huster nei panni di un anziano solitario. Fu il suo ritorno sul set sette anni dopo aver subito, nel 2001, un grave ictus in Corsica. È risorto grazie al suo grande spirito combattivo, ha confessato alla rivista "Madame Figaro". Ebbe bisogno di due anni per poter tornare a parlare di nuovo, ha raccontato. Ecco perché è convinto che la volontà può realizzare molte cose, non solo nel cinema.

Belmondo è diventato uno degli attori più popolari grazie alla sua disinvoltura, la sua mascolinità e il suo sorriso malizioso. Registi come François Truffaut, Louis Malle e Claude Sautet hanno voluto questo artista in jeans e giubbotto in alcuni dei loro film più grandi. Insieme ad Alain Delon è diventato uno degli attori più camaleontici della storia del cinema europeo, cimentandosi nei generi più disparati.

A 85 anni, Belmondo vanta una carriera che lascia senza fiato, con quasi 100 film e più di 40 ruoli teatrali. Interpretazioni in film come "La ciociara" di Vittorio De Sica con Sophia Loren, "La donna è donna" di Jean-Luc Godard, "Lo sciacallo" di Jean-Pierre Melville e "Il poliziotto della brigata criminale" di Henri Verneuil ne hanno fatto una figura di culto nel cinema francese.

Belmondo ha conquistato il pubblico in film d'avventura come "Cartouche" (1962) o "L'uomo di Rio" (1964) come nei film d'azione, dove di solito non faceva ricorso a controfigure per le scene acrobatiche o rischiose. Perché è sempre stato un agile scavezzacollo. Nelle interviste ha più volte raccontato che a 15 anni, arrampicandosi sui tetti, era riuscito a scendere in strada partendo dal balcone del quinto piano della casa dei suoi genitori.

E infatti la sua carriera era iniziata così, da spezzacuori, audace e ribelle. Nel 1959, Jean-Luc Godard gli affidò a soli 26 anni il ruolo del protagonista in 'Fino all'ultimo respiro', che diventò capolavoro della "Nouvelle Vague" e trasformò l'attore, che interpretava il piccolo criminale Michel, in una delle stelle più luminose del firmamento cinematografico.

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