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Gardiner porta a Bologna Festival le Cantate di Bach

18 maggio 2018 | 11.47
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John Eliot Gardiner (foto di Steve J. Shermann)
John Eliot Gardiner (foto di Steve J. Shermann)

A quasi vent’anni dal monumentale progetto 'Bach Cantata Pilgrimage 2000' che prevedeva l’esecuzione di tutte le Cantate sacre di Johann Sebastian Bach in base alla loro posizione nel calendario ecclesiastico, reinserendole in tal modo anche nel loro contesto stagionale, John Eliot Gardiner riparte con un nuovo progetto bachiano portando in giro per l’Europa una studiata selezione di Cantate.

Lunedì prossimo alle 20.30, il grande direttore d'orchestra inglese sarà al Teatro Manzoni di Bologna, ospite della rassegna Grandi Interpreti di Bologna Festival insieme ai suoi storici ensemble, English Baroque Soloists e Monteverdi Choir. In programma quattro cantate: 'Jesus schläft' BWV 81; 'O Ewigkeit, du Donnerwort' BWV 20; 'Jesu der du meine Seele' BWV 78; 'Wachet auf, ruft uns die Stimme' BWV 140.

Gardiner è oggi considerato uno dei maggiori interpreti di Bach e quale sia la sua originale visione della musica del Cantor di Lipsia lo rivelano queste frasi di presentazione dell’ampia monografia che il direttore inglese ha dedicato a Bach, 'La musica nel castello del cielo': "Dobbiamo sfatare una volta per tutte l’idea che Bach sia stato, nella sua vita personale e professionale, una sorta di pietra di paragone, il 'quinto evangelista' dei suoi compatrioti ottocenteschi, l’incarnazione vivente dell’intensa fede religiosa e della ‘presenza reale’ che la sua musica sembrava trasmettere".

Secondo il maestro inglese, che ha inciso per la Archiv Cantate, Oratori, la Messa in si minore e le Passioni del genio di Eisenach, "riconoscendone la fragilità e le imperfezioni, non solo Bach diventa più interessante come persona rispetto al vecchio esempio della leggenda, ma ci permette anche di vedere la sua umanità filtrare attraverso la musica, la quale a sua volta è molto più coinvolgente quando comprendiamo che è stata composta da qualcuno che, come tutti gli esseri umani, ha sperimentato il dolore, la rabbia e il dubbio in prima persona. E questa è una delle caratteristiche ricorrenti che conferiscono autorità suprema alla sua musica".

Lo affiancano in questo suo profondo lavoro di interpretazione bachiana che si pone al di là delle regole delle prassi esecutive d’epoca, gli English Baroque Soloists con strumenti originali, il Monteverdi Choir e le voci soliste Julia Doyle (soprano), Reginald Mobley (controtenore) e Matthew Brook (basso).

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