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Beppe Fiorello: "Su Rai1 racconto eroi veri, tendenza crime è pericolosa!"

06 luglio 2018 | 08.28
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Beppe Fiorello (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Beppe Fiorello (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

di Veronica Marino

Nella prossima stagione sarò su Rai1 e racconterò delle storie vere, eroi del quotidiano, nel Nord e nel Sud dell’Italia”. Beppe Fiorello, in occasione della presentazione romana dei palinsesti della prossima stagione, dà qualche anticipazione sulle fiction che lo vedranno presto protagonista, ‘Il mondo sulle spalle’ per la regia di Nicola Campiotti, e ‘Tutto il mondo è paese’ diretto da Giulio Manfredonia. E si sofferma anche a ragionare sulla attuale “tendenza al crime”.

“Il crime mi piace – spiega - ma se diventa una tendenza continua e unica, io comincio a preoccuparmi dal punto di vista artistico, perché ci appiattiamo, dal punto di vista sociale perché creiamo dei modelli. Per questo io sento che ci vuole un’alternanza: crime, melò, comicità. Al momento, invece, c’è una tendenza tale per cui sembra più fico fare il crime, mentre fa più vecchiotto fare su Rai1 gli eroi positivi, persone viventi che realtà, è complicato interpretare”.

“Insomma, attenzione alle tendenze, alle mode – esorta Fiorello - perché ci sono messaggi meravigliosi ancora da dare. La Rai, per esempio, è rivoluzionaria nelle tematiche, mentre gli altri lo sono nello stile di racconto. Se ci si pensa bene, i crime sono tutti uguali. Quando hai raccontato la storia di Pablo Escobar, gli altri sono tutti spin off. La tendenza al crime bisogna prenderla con le pinze altrimenti, in quanto tendenza – avverte - diventa pericolosa. Noi facciamo un mestiere da non sottovalutare. La cinematografia è un’opera d’arte che condiziona la vita degli altri”.

“Domenico Modugno – fa un esempio Fiorello - cambiò le sorti di un Paese nel ’58 con una canzone. Allargò le braccia e disse ‘Volare’, il giorno dopo scattò il famoso boom economico del ’58. Io sono certo che il boom è scoppiato grazie a quella canzone che ha dato l’immagine di un’Italia meravigliosa, di un uomo che allarga le braccia. E questo è accaduto con una canzone, pensate cosa può scatenare un film, quale ispirazione, quale modello!”.

Poi l’attore torna alle due storie che lo vedranno protagonista sulla rete ammiraglia: “Una – entra nel merito - mostrerà una Calabria come non si è mai vista. Scardiniamo lo stereotipo della Calabria arcaica, omertosa, ‘ndranghetista per raccontare la storia visionaria di una Calabria che ha visto oltre. L’altra, nel Nord, racconta la storia di un uomo che non accetta la barbarie delle medie imprese chiuse dall’oggi al domani e da operaio dice ‘chiudete la mia fabbrica, allora la compro io’. La storia di un altro visionario. Dal Sud al Nord, pensate che Italia abbiamo!”.

E come sono venute fuori queste due realtà? “Vado a scovare questi personaggi che sono gli eroi del quotidiano che nessuno conosce. Io li cerco, li abbraccio, li conosco, li trovo e li voglio raccontare di corsa, perché questa – scandisce l’attore - è un’Italia migliore”.

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