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Il j'accuse di Giletti

19 ottobre 2018 | 21.45
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Immagine di repertorio (Fotogramma/Ipa)
Immagine di repertorio (Fotogramma/Ipa)

"E' la prima volta che torno in uno studio Rai dopo la fine de L'Arena". A parlare, ospite di 'Un Giorno da Pecora', su Rai Radio1, è Massimo Giletti, conduttore e giornalista, attualmente alla guida di 'Non è l'Arena', su La7. Che afferma: "Mi ha costretto ad andare via il direttore generale Orfeo, nella sua libertà assoluta. Poi mi sarebbe piaciuto che si fosse assunto la responsabilità di quel che è successo dopo".

E ai conduttori che gli chiedono se quella di Orfeo fu una scelta editoriale o politica, risponde netto: "Quando chiedi a Giletti di dedicarsi al varietà vuol dire che la scelta è chiaramente politica. Sarebbe interessante fare un incontro pubblico ascoltando le verità – prosegue Giletti - perché il Dg di una tv ha il diritto di scegliere ma dovrebbe anche spiegare perché si allontana uno che fa un programma da 4 milioni col 22% di share. Una spiegazione bisognerebbe darla senza camuffare la scelta con la spiegazione che Giletti non fa il varietà: io sono un giornalista e voglio fare quel che so fare".

E alla domanda se tornerà a lavorare in viale Mazzini, o se lascerebbe il patron di La7 Urbano Cairo, il giornalista risponde: "Del doman non v'è certezza...”, sottolineando che, con Cairo, "ho un rapporto personale che va oltre la tv. Ci incontreremo entro la fine dell'anno e vedremo che succederà. Certamente finiremo la stagione, ci mancherebbe, con tutti il successo che abbiamo perché dovrei andare via?”.

Ai conduttori che lo incalzano chiedendo se nel suo contratto ci sia qualche clausola che consente il ritorno in Rai, Giletti replica: "Ora possiamo svelarlo, c'era un accordo al 30 giugno, una stretta di mano, per cui se avessi voluto tornare in Rai avrei potuto farlo. Ma io penso che la stretta di mano di una persona che ti ha aiutato in un momento complicato abbia un valore più alto, e per questo non mi sono nemmeno posto il problema. Vi assicuro che c'era più di uno a chiamare...”.

Ai due conduttori che gli chiedono se è più libero a La7 o se lo era di più alla Rai, Giletti risponde: "Il fatto che io sia stato costretto a scegliere un'altra strada vuol dire che tutta questa libertà in Rai, su di me, alla fine non c'è stata. Basta che cambi un Dg e decide lui quel che succede”.

I conduttori sollecitano il giornalista anche sui motivi del suo allontanamento. Alla domanda se è vero che è stato determinato dal fatto che il suo programma era troppo 'grillino', Giletti replica: "'Il Foglio' faceva una campagna sistematica: Grillo e Giletti...” aggiungendo che la ragione "è che quando tu dai fastidio ad un certo tipo di volontà di non cambiare da parte di chi ha il potere dai trasversalmente fastidio".

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