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Porti: Monti, no prospettiva declino, sistema strategico per rilancio

22 luglio 2015 | 17.41
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E' il presidente di Assoporti a evidenziare, nella sua relazione all'assemblea annuale, il ruolo cruciale della portualità italiana per il rilancio dell'economia

Pasqualino Monti
Pasqualino Monti

I porti italiani hanno vissuto stagioni difficili, vedendo il loro ruolo addirittura messo in discussione. Ma ora non è così perché, oltre all'andamento positivo registrato dai traffici nel primo semestre del 2015, stanno emergendo "il loro ruolo, la loro funzione strategica di traino dell'economia del Paese". Per la prima volta, il Governo italiano e l'Unione Europea "stanno pensando che l'economia reale si generi a ciglio banchina e che le coste rappresentano economicamente , socialmente e strategicamente, la chiave di volta per disegnare il futuro". E' il presidente di Assoporti, Pasqualino Monti, a evidenziare, nella sua relazione all'assemblea annuale, il ruolo cruciale della portualità italiana per il rilancio dell'economia.

Un'assemblea che, come ha sottolineato Monti, cade quest'anno "in un momento topico: a cavallo fra l'avvio del processo di riforma e la realizzazione di un riassetto complessivo dell'intera filiera della logistica e della portualità ". Un quadro nuovo nel Assoporti, ha assicurato Monti, intende assumersi fino in fondo il ruolo e le sue responsabilità: "siamo qui - ha detto- per dire no alla prospettiva del declino. I porti italiani hanno energie da vendere e devono essere posti in grado di sviluppare a pieno le loro potenzialità".

E Assoporti - ha aggiunto Monti - "e' e deve diventare in modo sempre più convinto e compatto il soggetto in grado di indirizzare le scelte infrastrutturali perché dal ciglio banchina à prima di qualsiasi altro in condizione di interpretare non ciò che accade ma ciò che accadrà". "Siamo in corsa verso il futuro - ha proseguito Monti - E lo siamo all'interno di un cluster marittimo-portuale-logistico che è chiamato oggi a ricompattarsi e a diventare, pur nel riconoscimento delle autonomie dei ruoli, un'entità omogenea". Un cluster che rappresenta "una vera e prorpia colonna vertebrale del sistema Paese".

"Il piano della logistica e dei porti, per il quale Assoporti si è battuta sin dall'inizio, è la cornice - ha detto Monti - all'interno della quale programmare lo sviluppo, tanto per gli interventi infrastrutturali quanto per quelli non infrastrutturali, al fine di dare al sistema portuale e logistico italiano un 'organizzazione capace di regolare e programmare le attività connesse alle radici marittime dei corridoi essenziali europei protesi, da un lato, verso le aree europee dell'Europa continentale e, dall'latro, a Sud e Sud Est, verso il fronte settentrionale dell'Africa, Il Medio Oriente e il Mediterraneo Orientale, in piena coerenza co gli indirizzi di sviluppo delle reti Ten-T e le politiche Euro-Mediterranee dell'Unione Europea".

E per il presidente di Assoporti, "il piano della logistica è anche l'occasione per una nuova coesione e collaborazione nel Mediterraneo. E' anche l'occasione per un grande rilancio del Mezzogiorno". I numeri del piano parlano chiaro: il cluster logistico incide per il 14% sul pil nazionale, conta 1 milione di addetti, 160 mila imprese, 41 milioni di passeggeri che calcano le nostre banchine, un primato europeo nelle crociere con oltre 10 milioni di turisti, il 13% dell'interscambio via mare della Ue.

Ma, ha sottolineato Monti, "c'è un rovescio della medaglia" rappresentate dalle "tante carenze che impediscono al sistema Italia di attrarre quelle merci provenienti dalla Svizzera, Austria, Sud GErmania che naturalmente dovrebbero gravitare sulla nostra portualità". "Quelle carenze -ha detto Monti - e questo è ancora peggio, che consentono alla portualità nord europea di drenare costantemente traffico, merci e anche gettito fiscale, anche solo per Iva e dazi all'import, che dovrebbe affluire naturalmente nelle casse del Paese , carenze dovute la mancato dialogo tra le diverse modalità di trasporto ed alle strozzature dell'ultimo miglio".

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