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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

22 marzo 2016 | 10.06
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Stiamo lavorando da tempo, ma prima di formulare la nostra proposta al ministero e di confrontarci con le parti sociali dobbiamo effettuare, a fine anno, una verifica di sostenibilità economico finanziaria attuariale. Atto necessario se si considera che da quest'anno per la riduzione percentuale dei premi sono stati messi a disposizione 1,2 miliardi a regime, di cui 700 milioni dal bilancio dello Stato e 500 a carico dell'Istituto, il quale nel tempo ha subito tagli e compressioni. Stiamo operando sul nuovo nomenclatore ed è già stata effettuata un'analisi su un sistema produttivo radicalmente modificato anche in termini di rappresentanza. Del resto, il parametro da cui partiamo è il triennio infortunistico '95-'97, mentre la tariffa è del 2000". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', il direttore generale dell'Inail, Giuseppe Lucibello.

"La salvaguardia dei conti pubblici è la stella polare dell'azione di questo Governo e averli portati in sicurezza è un successo della politica economica, così come lo è il non aver aumentato l'Iva sterilizzando annualmente le clausole di salvaguardia ereditate dai governi passati. Ci sono poi le azioni concrete già in campo: gli 80 euro stabilizzati; l'eliminazione del costo del lavoro dall'Irap per le imprese; la cancellazione della tassa sulla prima casa, sui terreni agricoli e per i beni delle imprese ancorati al suolo; il regime forfettizzato per le piccolissime partite Iva; i super-ammortamenti o ancora i crediti Iva non riscossi dei fallimenti". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', il viceministro dell'Economia, Luigi Casero.

"Sono state create nuove strutture ricettive, anche utilizzando fondi europei, che rispettassero lo spirito dei luoghi, il legame con la terra, i suoi ritmi e le tradizioni. Trulli e masserie sono stati trasformati in relais destinati ad una clientela più esigente. Inoltre sono nati migliaia di B&B che hanno raccolto un turismo più diffuso. Resto convinto che solo valorizzando prodotti e luoghi di produzione in tutti i 'contesti dell'accoglienza' si possa fare un'azione con ricadute di sistema nel tempo". Così, in un'intervista a 'Libero', Alessandro Ambrosi, presidente della Camera di Commercio di Bari e di Unioncamere Puglia oltre che presidente regionale di Confcommercio.

"Ci sono imprese che vanno bene e continuano a investire e molte pmi che, oltre al credito, chiedono di essere aiutate nella crescita. In tre anni abbiamo accompagnato all' estero oltre 22mila imprese con l'obiettivo di altre 30mila al 2018. Abbiamo fatto un accordo col ministero dell'Agricoltura per l'agroalimentare, 6 miliardi di fondi per finanziamenti in tre anni e una prima tranche da 300 milioni di Agri-bond che, con la garanzia Ismea, consente di allargare la concessione a imprese con rating meno performanti". Così, in un'intervista a 'Il Resto del Carlino', il country chairman Italia di Unicredit, Gabriele Piccini.

"Di certo il costringere territori e comparti a indicare una preferenza senza prima aver potuto visionare i programmi. In questo non aiuta neppure la consegna del silenzio dei candidati, che rischia di creare malintesi senza che i diretti interessati possano fugarli. Confindustria ha sempre discusso molto e trovato poi la capacità di ricompattarsi. Ci riuscirà ancora, al di là del nome. Se poi quel nome sarà Vacchi tanto meglio: il suo progetto, più che alla corporazione, parlava alle fabbriche. E nelle fabbriche non si fa politica, ma sviluppo". Così, in un'intervista a 'Il Resto del Carlino', Maurizio Marchesini, presidente di Confindustria Emilia Romagna.

"Nelle ultime classifiche sull'Italia digitale il nostro paese sta perdendo posizioni e non si vede una via di uscita. Perché l'Italia non riesce a ridurre il digital divide che ci separa da quasi tutti i paesi europei? La risposta è, a mio avviso, in tre punti: a) mancanza di una Strategia Comune tra tutti gli attori, pubblici e privati, centrali e periferici; b) carenza di una forte governance istituzionale in grado di definire priorità, di coordinare investimenti ed azioni; c) assenza di una continuità progettuale e d'azione". Lo scrive su 'Il Sole 24 Ore', Lucio Stanca ex ministro per l'Innovazione e le Tecnologie.

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