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Siria: Napoleoni, ostaggio in mano ad ex Al-Nusra non ad Is

29 novembre 2016 | 18.16
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Siria: Napoleoni, ostaggio in mano ad ex Al-Nusra non ad Is

"Secondo quanto mi riferiscono mie fonti siriane, l'ostaggio italiano non sta in mano all'Is, ma ad un gruppo vicino ad Al-Nusra. Questo potrebbe essere una buona notizia, perché vuol dire che questo gruppo ha bisogno di soldi e ha giocato la carta dell'ostaggio, che trattiene da 7 mesi, solo ora perché indebolito dall'avanzata russa". Lo dice a Labitalia Loretta Napoleoni, economista e uno dei massimi esperti di terrorismo internazionale.

"Quando ci sono ostaggi per così tanto tempo senza che se ne sappia niente vuol dire che ci sono trattative in corso, che in genere sono lunghe -spiega l'esperta- e richiedono il massimo silenzio. Ma se i soldi diventano urgenti ed importanti, anche per comprare armi o reclutare mercenari, ecco che l'ostaggio viene 'esibito' per accelerare le pratiche".

Napoleoni dice che "se l'ostaggio fosse stato in mano all'Is sarebbe stato già giustiziato". "Intanto perché l'Is non ha bisogno di soldi -dice- e poi perché anche gli ultimi video diffusi dallo Stato Islamico sono di carneficine, di uccisioni feroci di prigionieri iracheni".

"Lo Stato islamico -prosegue Napoleoni- non è interessata al denaro ma alla propaganda. E la storia dell'ostaggio italiano mi ricorda quella vissuta da un cittadino americano Theo Padnos, giornalista, che è stato per sette mesi in mano ad Al-Nusra, poi con la mediazione del Qatar è stato liberato".

Di certo, l'avanzata russa ad Aleppo, spiega Napoleoni, "ha indebolito molto gli ex Al-Nusra, che nel nord della Siria e dentro Aleppo erano i più forti, e li spinge verso l'Est, dove c'è lo Stato islamico".

"Ed è probabile che gli uomini di Al-Nusra entrino nell'Is: più vengono cacciati -conclude Napoleoni- più si avvicina il momento della fusione".

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