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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

10 aprile 2017 | 09.59
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Oggi la Bnl ha circa 1.100 persone che un giorno alla settimana non lavorano in ufficio, e contiamo di arrivare a 2.000. All'inizio molti erano restii, ma ora sono quasi tutti d'accordo. Bisogna parlare il linguaggio del cliente, è un grave errore isolarsi dalla società che cambia. A Milano abbiamo fatto la medesima operazione, trasferendoci in un grattacielo a metà strada fra le stazioni Centrale e Garibaldi". Così, in un'intervista a 'Il Corriere della Sera', Luigi Abete, presidente della Banca nazionale del lavoro, gruppo Bnp-Paribas.

Ogni intervento che favorisce il reddito delle donne è benvenuto. Ma per rilanciare l'occupazione femminile, al di là dei bonus, serve una riorganizzazione complessiva del welfare, sostenuta da investimenti adeguati. Si può ridurre la disparità rilanciando l'occupazione giovanile, dove la parte femminile è ancora più precaria e sovraistruita di quella maschile, ma soprattutto ridando centralità alla cura, investendo molto sui servizi che permettono di conciliare vita e lavoro. Si otterrebbe un doppio effetto positivo: più lavoro in un settore in cui le donne sono qualificate e in maggioranza e meno interruzioni dell'attività lavorativa per maternità". Così, in un'intervista a 'La Repubblica', Linda Laura Sabbadini, statistica sociale.

"La rivoluzione è che i disoccupati si mettano sul mercato gratis scardinando il sistema e godendo intanto di socializzazione e realizzazione. Devono creare una piattaforma stile Uber per offrirsi. Se lo fanno in uno o due milioni costringono gli occupati a venire a patti. Credo che rimarranno attività che uno vende e uno compra. Ma ci saranno lavori che resisteranno e altri che finiranno. Soprattutto quelli fisici e ripetitivi. Tranne la badante". Così, in un'intervista a 'Libero, il sociologo Domenico De Masi.

"Nel 2016 l' incertezza sui mercati finanziari e il rallentamento della crescita economica si sono riflessi negativamente sui corsi azionari e sugli utili attesi delle compagnie italiane. Ma ora le previsioni sugli utili sono nettamente migliorate e quindi ci attendiamo anche una ripresa dei titoli in Borsa. Se la risalita dei tassi sarà lenta non ci sarà alcun problema e le compagnie avranno tutto il tempo per adeguarsi alla nuova situazione. Altra cosa sarebbe se il movimento fosse più brusco: in questo caso il vero problema sarebbe quel che farebbero gli assicurati, che sarebbero tentati di lasciare vecchie polizze meno remunerative per andare su quelle con maggiore appeal". Così, in un'intervista a 'Affari & Finanza', Stefano De Polis da due mesi segretario generale dell'Ivass, l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni.

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