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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

25 maggio 2017 | 10.20
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Non succedeva dagli albori della globalizzazione finanziaria, ossia da ventotto anni, che venisse espresso un giudizio autorevole e pesantemente negativo sulla tenuta dell’economia cinese - e, per conseguenza, sui suoi titoli di debito - accompagnato da un abbassamento («downgrade») della valutazione dei titoli stessi". E' quanto scrive su 'La Stampa', l'economista Mario Deaglio.

"A dare questo giudizio -continua Deaglio- e a effettuare questo abbassamento è Moody’s, una delle maggiori agenzie di valutazione finanziaria del mondo. Dopo aver aspettato ventotto anni, Moody’s ha deciso di rendere pubblico questo giudizio pochi giorni prima della riunione del G7 di Taormina, nella quale i capi di Stato e di governo dei maggiori Paesi occidentali non potranno fare a meno di (pre)occuparsi anche delle prospettive economiche di Pechino, negli ultimi anni il più importante «motore» della crescita economica mondiale".

Per una volta non siamo in fondo a una classifica europee. Anzi, nonostante i tempi spesso biblici della nostra macchina statale, siamo bravi a dare la caccia ai fondi europei e a prenderli. Come spiega Dario Scannapieco, vice presidente della Banca europea per gli investimenti (Bei) e presidente del Fondo europeo per gli investimenti, intervistato da 'La Stampa', "l’Italia è il Paese europeo che più ha attinto alle risorse del piano Juncker".

Il programma dell’Ue, prosegue il vicepresidente della Bei (stamattina sarà a Torino per partecipare al convegno promosso da Banor Sim al Teatro Carignano) prevede "il rilancio della crescita economica mobilitando investimenti per 315 miliardi dal 2015 al 2018, senza produrre altro debito pubblico".

Molti euroscettici sostengono che il piano Juncker si è rivelato un flop e che gli investimenti sono rimasti inchiodati. "Potrei rispondere come fece un vecchio pescatore che per replicare ai suoi detrattori scrisse sulla sua barca “Come fai sbagli”. In realtà il piano Juncker, dall’aprile 2015, quando è partito, al 16 maggio 2017, ha approvato 37 miliardi di euro di prestiti della Bei a sostegno di investimenti per 194 miliardi, praticamente il 62% dell’intero programma".

"In un passaggio cruciale della sua relazione, il presidente di Confindustria si è soffermato sulla contraddizione insita nella struttura produttiva che frena la marcia dell’Italia industriale. Vincenzo Boccia ha ricordato che le imprese «eccellenti» sono «ancora in minoranza», all’incirca il 20% del totale". Così l'economista Giuseppe Berta, in un intervento sul 'Sole 24 ore'.

"Negli anni Settanta -continua Berta- il mondo sindacale era lontano dallo schema di collaborazione cui lo invitava Guido Carli. Nell’epoca della produzione di massa, l’organizzazione di fabbrica alimentava la base del conflitto, ponendo in contrapposizione nelle grandi imprese un vasto aggregato di operai comuni a esigui nuclei dirigenziali collocati in cima alla gerarchia aziendale".

"Ora al contrario, quando la produzione è divenuta di nicchia e gli impianti hanno organici contenuti, esiste -conclude Berta- un terreno di confronto e di composizione fra gli interessi che può essere usato per rafforzare le forme di cooperazione. È questo il terreno d’incontro possibile fra le rappresentanze dei lavoratori e delle imprese".

"Sono il mobile e l' innovazione a spingere il nostro business. E così sarà anche per i prossimi anni". Luca Colombo, 47 anni, è country manager di Facebook per l'Italia, Paese in cui il social network sta facendo sempre più strada.

Ed è un Paese importante per Facebook? "Anche svestendomi dal mio ruolo -spiega al Sole 24 ore- risponderei di sì. Se guardo ad esempio al numero di utenti e lo misuro sulla base di tutti gli utilizzatori di Internet, in Italia il rapporto è ben superiore a quello di altri Paesi, come Francia o Uk. A livello generale il 10% degli investimenti pubblicitari sul web vanno su mobile. Questa percentuale è attesa in salita al 15% nei prossimi 2-3 anni. Come si vede le possibilità di crescita ci sono".

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