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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

23 giugno 2017 | 10.34
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Al centro dei giornali in edicola le politiche del lavoro e lo scenario europeo.

In un intervento sul 'Sole 24 ore', Carlo Dell’Aringa, economista del lavoro e deputato Pd, scrive: "Serve invece una nuova strategia che governo e Parlamento devono cercare di mettere in atto, sfruttando anche questo scorcio di legislatura. Le Regioni devono essere chiamate alle loro responsabilità e devono essere chiamate dallo Stato a collaborare di più per far funzionare meglio l’Anpal e garantire quel coordinamento che finora non c’è stato. Senza una nuova strategia rimarremo anni luce lontani dalla performance raggiunta in questo campo dai nostri partner europei, come Regno Unito, Francia e Germania che sono riusciti a integrare sia le politiche passive con quelle attive (con notevoli risparmi di spesa in materia di ammortizzatori) sia il ruolo dell’operatore pubblico con quello delle agenzie private".

Sul fronte bancario, in un'intervista al 'Fatto quotidiano', l'economista Luigi Zingales, docente all’Università di Chicago, afferma: "In un sistema ideale, dove i bond vengono venduti solo agli investitori istituzionali, il bail-in è corretto. In Italia, dove sono stati rifilati alle famiglie, no. Il problema è che da noi non esiste una credibile assicurazione sui depositi bancari e se si toccano anche quelli sopra i 100 mila euro si rischia una corsa agli sportelli che porterebbe al collasso il Paese. In Germania c’è un’assicurazione implicita dello Stato e per questo non vuole garantirla agli altri Paesi. La versione che conosciamo è che l’Italia accettò di anticipare il bail-in al 2016 in cambio dell’assicurazione europea sui depositi, che non è arrivata: o ci siamo fatti fregare o non ci dicono la verità. La mancanza di trasparenza provoca disaffezione verso le istituzioni europee".

Sul fronte Ue, in una lettera al 'Corriere della sera', Gianni Pittella, presidente del gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, scrive: "La lista delle cose da fare è lunga. E conta anche di più l’approccio. Il culto della governabilità, l’idea che si debba a ogni costo stare al governo ha portato a una deformazione che va corretta. Bisogna concentrarsi meno sulle posizioni da conquistare e più sui risultati concreti da ottenere. Insomma, se la sinistra vuole sopravvivere e rilanciarsi, il tempo dei compromessi al ribasso deve finire davvero. Serve una sinistra combattiva che, al di là del leader di moda del momento, é pronta a rischiare per le proprie idee".

Mentre 'Avvenire' intervista Manfred Weber (Popolari al Parlamento europeo): "Il punto di partenza di ogni discussione - dice - è che dobbiamo cominciare a mantenere le promesse. Ed è quello che mi piace di Macron, che dice: prima di tutto devo rimettere a posto il Paese. Noi del Ppe siamo intenzionati ad attuare quello che si è deciso, come la migrazione, l’Agenda digitale, l’unione bancaria. Il secondo passo sarà l’orientamento futuro: dobbiamo avere il coraggio di cambiare i Trattati se necessario, per la difesa comune, la migrazione, la riforma dell’eurozona, l’Europa sociale".

Il 'Corriere della sera' intervista Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia e di Atlantia: "In Italia si parla, spesso a sproposito, di deficit infrastrutturale - avverte - come un macigno per la competitività della logistica e dell’apparato produttivo. La realtà è che, salvo alcune zone pedemontane di Lombardia e Veneto, quello di cui il Paese ha veramente bisogno è di interventi per la mobilità delle persone e per la competitività del fattore lavoro. Servono interventi da 'ultimo miglio' vicino alle grandi città o interventi di attraversamento urbano come quello della Gronda di Genova, dove prevediamo di investire 4,5 miliardi".

'Libero' dedica un focus al tema del rapporto fra lavoro e tecnologia, intervistando l’assessore lombardo al Lavoro. Valentina Aprea, in merito al progetto degli Stati generali dell’innovazione tecnologica: "Si tratta - spiega - di una visione di sistema fondata sulla convinzione della centralità delle competenze in un mercato del lavoro sempre più dinamico. L’evoluzione tecnologica rappresenta un’opportunità del nuovo contesto produttivo. Se colta, può avere ricadute positive sull’occupazione.Ma è necessario cambiare il modo in cui formiamo i nostri ragazzi. Anche la formazione deve aprirsi all’innovazione".

Sempre a 'Libero', Marco Taisch, membro della cabina di regia del Piano nazionale Industria 4.0 e docente al Politecnico di Milano di Ingegneria gestionale, sottolinea: “Prima il ricambio generazionale era sufficiente a mettersi al passo. Oggi il Paese se la deve giocare su un orizzonte di 5-10 anni. E non può permettersi di aspettare le pensioni di alcuni perché entrino in azienda nuove competenze".

Interpellato anche il direttore del MuseoNazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, Fiorenzo Galli, il quale sostiene che "la contemporaneità ci indirizza verso il contesto che definiamo 'manifattura 4.0', ma tutte le abilità e le competenze che saremo in grado di realizzare non saranno né adeguate né sufficienti, se non sapremo preparare la società a comprendere le opportunità offerte dai nuovi strumenti scientifici e tecnologici". "Non può esserci efficacia e impatto qualitativo se non si costruirà in parallelo una società 5.0", conclude.

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