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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

03 luglio 2017 | 10.21
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"La stabilità del lavoro costituisce un valore positivo per chiunque, a tutte le latitudini. Se poi a bandire il posto è un ente prestigioso come la Banca d' Italia, che quel posto faccia gola a molti è ancora più comprensibile. Però, il dato degli 85mila candidati per 30 posti, o anche gli 8mila cui sarebbero stati ridotti, è indice di qualche cosa che funziona molto male. Alla forma tipica del concorso pubblico in Italia: altamente burocratizzata, avviluppata in procedure rigide che corrispondono a scarsa capacità di selezione adeguata dei candidati in relazione alla loro attitudine a svolgere una funzione. Ed escludono di fatto gli altri cittadini europei: che senso ha chiedere di allegare alla domanda la carta d'identità che in diversi Paesi come la Gran Bretagna non esiste, o l'autenticazione notarile di documenti che all' estero non sanno neppure cosa significa, quando basterebbe controllare solo i documenti del vincitore? Nel caso di Bankitalia, sarebbero 30 controlli anziché 80mila. Tutti i concorsi pubblici sono impostati con questo dna. E chi opera la selezione tra i candidati raramente è davvero incentivato a compiere la scelta migliore, e quasi mai paga se sbaglia". Così, in un'intervista a La Repubblica, il giuslavorista Pietro Ichino.

"I sondaggi a cinque anni dalla laurea mostrano però che oltre la metà rimpiange la scelta fatta. Per questo è importante la fase della comunicazione e dell'orientamento. E' uno dei modi per seguire gli studenti e non abbandonarli a se stessi, perché sentano sempre un canale di comunicazione aperto. Non a caso le università che hanno migliorato le loro posizioni hanno investito molto in questo campo". Così, in un'intervista a La Repubblica, Massimo Valerii, direttore Censis Roma.

"I clienti ci chiedono di accompagnarli attraverso il processo di trasformazione digitale che devono affrontare nei prossimi anni. E' un processo importante perché non significa solo cambiare tecnologie ma il proprio modello di business. Abbiamo un'offerta competitiva di servizi in grado di accompagnare l' imprenditore a 360 gradi nel percorso della quarta rivoluzione industriale. Stiamo sviluppando un ecosistema di partner tecnologici. E abbiamo progetti di innovazione e ricerca. Su 6mila persone che lavorano in Italia 4mila sono impegnate nei servizi per i clienti, 700 esclusivamente per il mondo manifatturiero. In programma, inoltre, abbiamo un centinaio di nuove assunzioni di giovani talenti". Così, in un'intervista a Affari & Finanza, Enrico Cereda, presidente e ad di Ibm Italia.

"Realizziamo un fatturato annuo pari a 51 miliardi di euro, paghiamo le imposte fino all' ultimo centesimo e diamo lavoro 365 mila persone. Tutto questo significa produrre valore per il sistema paese. Oggi il centro commerciale è diventato un social hub, si va al ristorante e, dopo pranzo si può fare shopping o divertirsi secondo i propri interessi. Il nostro obiettivo è aggregare non certo dividere". Così, in un'intervista a Affari & Finanza, Massimo Moretti, da poco rieletto per un secondo mandato alla guida di Cncc, il consiglio nazionale dei centri commerciali.

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