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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

21 settembre 2017 | 10.24
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Le democrazie occidentali sono sottoposte a una duplice sfida: sul fronte interno crescono spinte protezionistiche, tensioni nazionalistiche e pulsioni populistiche, come conseguenza della crescente crisi di competitività e di benessere che accentua gli squilibri sociali interni a ciascun Paese, mentre aumentano le pressioni sociali ai nostri confini". Così, intervistato dal 'Sole 24 ore', il presidente della Federazione nazionale dei Cavalieri del lavoro, Antonio D'Amato.

"Sul fronte esterno, efficaci seppur non sostenibili regimi autoritari continuano a incidere in maniera crescente sia sugli assetti della competitività e dell’economia globale sia sulla politica internazionale. Un’instabilità senza precedenti. L’Europa -continua D’Amato- può e deve in questo grande momento di crisi internazionale recuperare la sua centralità e contribuire a dare risposte adeguate alle tre grandi emergenze mondiali: il pianeta e la sua sostenibilità; la lotta alla fame; la difesa della pace".

"Serve una legge per rafforzare le norme, i sistemi di garanzia ed i meccanismi di controllo e quindi tutelare meglio anche i soci prestatori". Secondo il viceministro dell’Economia Enrico Morando, intervistato da 'La Stampa', la questione del prestito sociale delle cooperative può essere messo agevolmente in sicurezza.

Il veicolo ideale, spiega, è "la legge sulle false cooperative che attualmente è in discussione in Senato, dove il governo potrebbe inserire una serie di emendamenti, anche sulla scorta di proposte di modifica che vengono dallo stesso movimento cooperativo a cui col permesso del Parlamento, si potrebbe garantire una corsia preferenziale".

Un piano di lavoro concreto per il welfare familiare. Oltre le analisi, oltre l’elenco dei problemi (peraltro già notissimi), il gruppo 'politiche territoriali, welfare, conciliazione famiglia-lavoro'– che aveva come coordinatore scientifico Riccardo Prandini, docente di sociologia all’Università di Bologna – ha messo a punto in vista della Conferenza nazionale della prossima settimana (Roma, 28 e 29 settembre) un documento articolato con almeno sei importanti proposte concrete sulle politiche per la non autosufficienza, il "dopo di noi", i minori non accompagnati, il contrasto alla violenza di genere, i livelli essenziali di assistenza per il sociale, la conciliazione famiglia-lavoro.

"Forse per la prima volta rispetto alla preparazione di questi grandi eventi -osserva Prandini, intervistato da 'Avvenire'- abbiamo lavorato in modo molto pragmatico. Non abbiamo discusso sui problemi della famiglia in relazione a questi temi, perché sono già tutti stranoti, ma abbiamo tentato di individuare soluzioni".

"E lo abbiamo fatto -continua Prandini- non a partire da teorie e visioni del mondo, ma dalla realtà concreta dei territori e dei loro protagonisti, cioè i Comuni (quindi l’Anci), i sindacati, Confindustria, l’associazionismo familiare, i rappresentanti dei ministeri, cioè tutti coloro che intervengono direttamente nella costruzione delle politiche familiari".

"In questi giorni, si sta preparando l' 'aggiornamento' del Documento di economia e finanza (Def). Tale aggiornamento non è un esercizio accademico ma la base della Legge di Bilancio, sui cui contenuti è in atto un dibattito vivace. C’è un numero chiave che regge l’aggiornamento. E sarà il cardine della Legge di Bilancio: quello che sintetizza la crescita del Pil nel 2017 e nei prossimi anni. I più recenti dati Istat suggeriscono che è in corso una 'ripresina'; restiamo pur sempre il fanalino di coda dell’Unione monetaria ma ci sono buone probabilità che nell’anno in corso l’aumento del Pil non sia solo qualche decimale ma l’1,5%". Così, in un intervento su 'Avvenire', l'economista Giuseppe Pennisi.

"Dall’interno dei Ministeri competenti -continua- giungono "spifferi" secondo cui nei prossimi due anni si potrebbe arrivare all’1,7%. Al di là di questi numeri si pone una questione di fondo: la ripresina è l’inizio di una tendenza di fondo che ci riporterebbe ad un tasso di crescita del 2 - 2,5% degli anni Ottanta od un fenomeno di breve durata (un tempo lo si sarebbe chiamato "congiunturale") a rimorchio dell’eurozona (che sta crescendo al 2%) e soprattutto della Germania (2,5%)? I 20 istituti del consensus (centri di analisi econometrica e previsionale internazionali privati e di grande prestigio), non vedono il rafforzarsi della ripresa in Italia, ma un rallentamento più o meno marcato, anche nell’ipotesi di un buon traino del resto d’Europa".

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