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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

10 novembre 2017 | 10.25
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"La scelta di rivolgermi al presidente della Bce sui crediti deteriorati non è legata a un fatto tecnico. Ho posto il problema del ruolo della politica in Europa. La politica deve tornare ad avere un ruolo centrale e tirare l'Europa fuori dal guado: questa è la risposta alla disaffezione dei cittadini. Se non avremo il coraggio, allora i cittadini rifiuteranno di essere governati da tecnocrati, che non sono eletti da nessuno". Così, in un'intervista a Il Corriere della Sera, Antonio Tajani, presidente italiano del Parlamento di Strasburgo.

"Serve un grande patto per l'alternanza tra tutti i soggetti interessati: istituzioni, territori, imprese, associazioni, famiglie, insegnanti. L'obiettivo è creare hub non solo per conoscere i fabbisogni di ciascuno, ma per avere una visione, un'idea di futuro. Noi imprenditori siamo al fianco di presidi e docenti che vogliono fare buona alternanza. Perché crediamo che sia una vera sfida culturale e, portando con sé un grande cambiamento e innovazione nella didattica, non vogliamo che venga sbiadita dalle inevitabili criticità che un progetto che coinvolge 1,5 milioni di alunni fisiologicamente comporta". Così, in un'intervista a Il Sole 24 Ore, Giovanni Brugnoli, vicepresidente di Confindustria per il capitale umano.

"Abbiamo semplificato le leggi sul lavoro con il jobs act, istituito le sezioni speciali dei tribunali per le imprese, tagliato l'Ires e la componente Irap sull'occupazione. Ma vorrei citare anche i contratti di sviluppo e i 50 milioni di investimento su industria 4.0. Anche nelle ambasciate la rete diplomatica ha rafforzato le iniziative in questo campo. Ci siamo impegnati nella direzione di creare un Paese meno cervellotico. Ma una volta che gli investitori esteri arrivano, spesso trovano di fronte una burocrazia che li blocca. Per questo è nato il Comitato attrazione investimenti. Si tratta di un comitato interministeriale, coordinato dal ministero dello Sviluppo economico". Così, in un'intervista a Il Sole 24 Ore', Ivan Scalfarotto, sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico.

"Non chiamiamolo bonus, per favore. Questa è una misura strutturale. Dal 2008 al 2017 abbiamo perso il 10% di occupazione nella fascia fino a 29 anni: con questa misura pensiamo che si possa dichiarare chiusa la stagione dei bonus a edizione annuale. La decontribuzione 2015-2017 ha dato una fiammata, è servita. Persino i detrattori del jobs act concordano che si è creato quasi un milione di posti di lavoro in più. Semplicemente, vuole andare incontro a chi, assunto entro i 29 anni, viene licenziato, o vuole cambiare perché non gli piace il lavoro che si trova a fare. Non ha perso la possibilità, ha ancora due anni di beneficio". Così, in un'intervista a Libero, Marco Leonardi, consigliere economico di Palazzo Chigi.

"Se un artigiano assume un apprendista, con tutte le limitazioni che questo comporta, ad esempio sugli straordinari, se lo tiene ben stretto. Si dedica a formarlo, ci investe tempo e denaro. Sulla scorta degli andamenti dell'economia, il bonus è certo uno stimolo, una forma di accompagnamento per i giovani. Incentivare è fornire alimento a una ripresa che per tanti settori c'è già. Tanto che in diverse piazze lavorative, soprattutto nel Nord Italia, si ricomincia a sentire l'esigenza di figure professionali che non si trovano. Occorre gente capace di utilizzare macchinari e digitalizzazione, a fronte degli investimenti sull'industria 4.0". Così, in un'intervista a Libero, Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato.

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