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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

22 novembre 2017 | 10.44
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

«La perdita di Ema è grave perché avrebbe dato un ancoraggio anche politico e istituzionale al nostro essere diventati un polo mondiale nelle scienze della vita. In questo ambito Milano ha raggiunto il massimo del suo potenziale, ma non può continuare a volare combattendo contro la forza gravitazionale del Paese". Così, intervistato da 'La Repubblica', il presidente di Techint, Gianfelice Rocca.

"In un campo sempre più strategico -conclude Rocca- come questo siamo partiti da metà del gruppo e, in modo anche un po’ miracoloso, siamo arrivati a competere alla pari con due fuoriclasse internazionali come Amsterdam e Copenaghen".

"Noi esprimiamo un esplicito dissenso sindacale sulle scelte che il governo ha fatto sulle pensioni. Abbiamo presentato un anno e mezzo fa una piattaforma unitaria e abbiamo negoziato sulla base di un accordo siglato col governo. Non c’è nessun disegno politico e non sosteniamo nessuna forza politica. Ci rivolgiamo a tutti i partiti, perché il Parlamento sovrano cambi quelle norme. Poi se una forza politica sostiene le richieste unitarie, ne saremo felici. Se il Parlamento cambierà le pensioni non fa un favore a noi, ma alle persone che lavorano". Così, intervistato da 'La Stampa', il segretario confederale Maurizio Landini.

"Tutti insieme -continua Landini- avevamo avanzato delle richieste in tema di pensioni. La piattaforma di Cgil-Cisl-Uil chiedeva una pensione dignitosa e di garanzia per i giovani, il riconoscimento del lavoro di cura e del disagio per le donne che hanno figli, un’uscita flessibile tra 62 e 67 anni, stabilire il diritto alla pensione di anzianità dopo 41 anni di lavoro, fermare il meccanismo di innalzamento dell’età pensionabile".

"Se rifarei il tassista? Mai". Dopo 15 anni Marco Marangelo, 55 anni, romano, licenza numero 2362, intervistato dal 'Corriere della Sera', si dice «pentito» e a sua figlia 18enne «mai farei fare questo lavoro».

"È stata una scelta obbligata. Lavoravo -continua Marangelo- in ufficio, impiegato in un’azienda privata di elettronica. Poi ho perso il lavoro e mi sono dovuto arrangiare, non è facile reinventarsi a 40 anni. Ho deciso di prendere un taxi: ho ipotecato la casa per comprare la licenza, 136.500 euro che ancora sto pagando".

"Da 15 anni faccio l’imprenditore. Ho cominciato a Mantova, quando nel futuro del nostro Paese si intravvedeva la crisi. Con due soci, ci siamo messi a fare tecnologie che servono per la visione artificiale nell’industria: aumentano o sostituiscono la vista umana. Oggi siamo una piccola multinazionale: progettiamo ed esportiamo la nostra tecnologia: la utilizzano la Nasa e tante aziende nel mondo. L’età media delle quasi 100 persone che lavorano con noi è di 27 anni: c’è posto per i giovani in Italia, contribuiscono al futuro della nostra impresa. Oggi, per continuare a innovare, dobbiamo intercettare i giovani talenti prima che scappino dall’Italia, appena laureati o diplomati". Così, in un intervento sul 'Corriere della Sera', Claudio Sedazzari, presidente e amministratore delegato di Opto Engineering-

"Per questo, stiamo lavorando -continua Sedazzari- con le scuole perché formino in questo settore. Siamo sempre alla ricerca di giovani diplomati o laureati, fisici, matematici, ingegneri, economisti e tecnici, che siano appassionati e creativi perché l’arte è nel Dna dell’impresa italiana e senza immaginazione non c’è innovazione. Sono convinto che laddove ci sia un talento qualcosa di nuovo possa realizzarsi. Per questo, chi voglia dare una chance alla propria carriera in Italia, spero che si metta in contatto con noi. Può trovare le posizioni aperte sul nostro sito al link http://www.opto-engineering.it/lavora-con-noi o contattarci direttamente".

"I limiti alla detenzione di titoli pubblici e i progressi sul fronte della riduzione dello stock di crediti deteriorati andrebbero posti in contropartita al completamento della Unione bancaria. La Commissione Ue si è di fatto arresa di fronte alla opposizione tedesca. Occorre invece insistere per la creazione di un fondo europeo di assicurazione dei depositi. L’altro tassello che manca all’Unione bancaria è l’attribuzione allo Esm del ruolo di fiscal back-stop (attraverso l’erogazione di prestiti) al Fondo europeo di risoluzione delle crisi bancarie (Srf). Infine, da respingere con fermezza è la proposta di dotare l’Fme del potere di imporre una ristrutturazione del debito pubblico di un Paese, qualora questo richieda la sua assistenza finanziaria". Così, in un intervento sul 'Sole 24 ore', Angelo Baglioni e Massimo Bordignon, professori ordinari all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

"Una clausola di questo tipo -continuano- sarebbe destabilizzante: potrebbe scatenare attacchi speculativi su un Paese che solo considerasse di accedere all’assistenza dell'Fme. Essa causerebbe un aumento del premio al rischio per i Paesi ad alto debito, facendone aumentare il costo del finanziamento. Ma se ipotesi di ristrutturazione forzosa del debito devono essere respinte, i costi e i rischi che l’elevato debito pubblico italiano e di altri Paesi in condizioni simili impongono prima di tutto su se stessi e poi sull’intera eurozona sono innegabili. Nel dibattito europeo, l’Italia sarà tanto più credibile, tanto più avrà dimostrato di avere impostato una strategia seria di riduzione del proprio debito pubblico".

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