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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

01 dicembre 2017 | 11.13
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Fim, Uilm, Cisl e Uil manifesteranno oggi sotto la Regione Puglia, a Bari, per chiedere al governatore Michele Emiliano di ritirare il ricorso presentato al Tar contro il decreto del governo che autorizza il piano di Arcelor Mittal per l' Ilva di Taranto. La Fiom invece non ci sarà: "Non intendiamo essere usati, schierarci con l' uno o con l' altro in uno scontro istituzionale che uccide la trattativa", spiega al Manifesto la segretaria generale della Fiom Cgil, Francesca Re David. "Emiliano -sostiene- ci deve spiegare come sia praticabile, nel concreto, la decarbonizzazione. I nostri esperti ci dicono che se vuoi mantenere l' attuale produzione e occupazione, e lo stesso profilo produttivo, è impossibile. Si può e si deve lavorare per abbattere al massimo gli inquinanti, utilizzando le migliori pratiche, e dal tavolo con Arcelor Mittal questi impegni stavano emergendo: poi nessuno dice che alla fine della trattativa si firma a tutti i costi, ma intanto chiediamo a Emiliano di venire a trattare".

"La Regione Puglia ha presentato le proprie osservazioni al piano ambientale, ma sono state ignorate senza alcuna ragione. Eppure avevamo evidenziato chiaramente quali erano, secondo noi, le carenze. Faccio alcuni esempi: nel decreto non c'è alcun accenno al tema della valutazione di impatto ambientale, alla valutazione di incidenza e alla valutazione del danno sanitario. Non si tratta di burocrazia: hanno dimenticato di scrivere quali danni alla salute potrebbero subire i tarantini dalla produzione Ilva. Non mi sembra un dettaglio". Così, in un'intervista a La Repubblica, Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, dirigente del Partito democratico.

"La migrazione interna ha un'influenza diretta, perché sposta in uno stesso paese masse di emigranti da regioni che non producono lavoro e cibo in quantità necessarie verso altre più ricche di entrambi. Quella internazionale incide meno sul sistema alimentare e rappresenta di più un problema di assimilazione. Oggi la maggioranza degli agricoltori sono proprietari di piccoli terreni, mediamente di appena due ettari l'uno. Vanno aiutati a prosperare perché sono loro a dover sfamare il pianeta. Inoltre, specialmente in Africa ma non solo, una crescente percentuale di questi piccoli agricoltori sono donne. E queste fattorie a gestione femminile hanno limitato accesso alle risorse necessarie per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, nel campo dell'irrigazione, delle tecnologie e dell'accesso ai mercati. Occorre aiutarle perché saranno loro a dover sfamare il mondo". Così, in un'intervista a La Repubblica, economista anglo-indiana Bina Agarwal.

"Il premio Storia di alternanza punta ad accrescere qualità ed efficacia dei percorsi di alternanza. Vogliamo attivare una proficua collaborazione tra scuole, imprese ed enti coinvolti. E rendere significativa l'esperienza attraverso il racconto delle attività svolte e delle competenze maturate nel percorso di alternanza scuola-lavoro. Devo dire che la partecipazione è stata davvero inaspettata. I 6 progetti vincitori, tre per i licei, tre per gli istituti tecnici, oltre ad essere bellissimi, mostrano tutto l' entusiasmo e la creatività con cui i ragazzi vivono l'opportunità di fare i primi passi nel mondo del lavoro, uscendo dalle aule e incontrando contesti professionali all' interno dei quali hanno la possibilità di applicare concretamente le nozioni apprese a scuola". Così, in un'intervista a Libero, il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello.

"Il nuovo portale dell'alternanza consentirà a insegnanti e tutor di produrre tutta la documentazione online. E grazie a una collaborazione con Inail si potrà ottenere anche la certificazione su internet per la sicurezza del lavoro. Il giorno in cui daremo il via al portale verrà presentata anche la Carta dei diritti e dei doveri per gli studenti in alternanza. Non è sfruttamento, è un percorso strutturato e allo stesso tempo è una responsabilità e un dovere". Così, in un'intervista a Libero, Gabriele Toccafondi, sottosegretario al ministero dell'Istruzione.

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