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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

19 dicembre 2017 | 10.00
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Punire tutto un ufficio per alcuni impiegati assenteisti? Io non sono del principio di colpirne uno per educarne cento, poi cosa succede, si arriva alla delazione?". Antonio Foccillo, intervistato dal 'Corriere della Sera', è il segretario confederale della Uil e domani tornerà a sedersi al tavolo con gli altri sindacati per discutere con il governo la bozza del nuovo contratto di lavoro della Pubblica amministrazione. La firma, nelle intenzioni della ministra Marianna Madia, potrebbe arrivare entro la fine dell’anno.

Cosa pensa della nuova misura contro l’assenteismo negli uffici pubblici? "Prima di tutto -conclude- va detto che queste sono cose previste nel testo unico della Riforma Madia, norme che noi sindacati non abbiamo ancora visto né discusso: non diciamo che sono già approvate perché non è così, è ancora tutto da vedere".

"Caro direttore, è importante che alcune forze politiche abbiano compreso il senso della battaglia della Cisl e di tutto il sindacato contro la deregulation nelle aperture dei negozi e dei centri commerciali nelle giornate di festa. Anche quest’anno ci saranno tante iniziative di protesta a livello territoriale della nostra categoria, la Fisascat Cisl, insieme agli altri sindacati contro chi, senza alcun confronto, terrà le serrande aperte anche il 25 e 26 dicembre, così come 1 e 6 gennaio. La liberalizzazione selvaggia degli orari di apertura degli esercizi commerciali non ha sortito l’effetto sperato, né sugli aumenti di fatturato delle imprese, né sull’aumento dei posti di lavoro". Lo scrive, in una lettera a 'La Repubblica', il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan.

"Non è questa la strada -continua Furlan- per fare crescere i consumi, se non si agisce contestualmente sul piano dell’incremento del reddito per i lavoratori e i pensionati. Tuttavia, non servono nuove norme che fissino dall’alto le giornate di apertura e di chiusura degli esercizi commerciali. Se il Parlamento vuole giustamente correggere, come anche noi chiediamo, l’eccessiva deregulation della legge Monti e dei decreti Bersani, deve riaffidare questa competenza alla contrattazione decentrata tra Comuni, aziende e sindacati in modo da garantire la giusta flessibilità negli orari, una maggiore retribuzione per i lavoratori e, soprattutto, la volontarietà della prestazione domenicale e festiva".

"C’è chi dirà che sono domande cui è impossibile rispondere prima che il governo si sia insediato e abbia la possibilità di guardare i conti pubblici dall’interno. È una scusa. C’è ovviamente un margine di incertezza prima che i futuri governanti abbiano accesso alle potenti risorse della Ragioneria Generale dello Stato. Ma come cittadino sarei ben disposto ad accettare revisioni al quadro di finanza pubblica promesso prima delle elezioni se effettivamente motivate da nuove informazioni". Così, in un intervento su 'La Stampa', l'economista Carlo Cottarelli.

"C’è anche chi dirà -continua Cottarelli- che definire un quadro pluriennale di finanza pubblica richiede tempo e non può essere fatto prima delle elezioni. Anche questa è una scusa. Il quadro di finanza pubblica dovrà comunque essere definito entro metà aprile perché il Documento di Economia e Finanza deve per legge essere presentato dal governo entro tale scadenza. Il mio punto è proprio questo".

"Quello che il futuro governo -conclude- intende fare con i conti pubblici dovrebbe essere reso noto agli elettori non un mese dopo le elezioni ma due o tre mesi prima delle elezioni. Non mi sembra una richiesta irragionevole per chi intende amministrare il condominio Italia".

"Il progetto del gasdotto non può essere più modificato: la soluzione individuata è la migliore possibile in termini di impatto ambientale. Ripartire con l’iter autorizzativo significherebbe tornare indietro di oltre quattro anni e sarebbe comunque inutile perché non esistono approdi migliori". Così, intervistato dal 'Corriere della Sera', Luca Schieppati, managing director di Tap, la società multinazionale che sta realizzando l’opera lunga 900 chilometri per portare il gas azero in Italia, gela così le attese di chi vorrebbe spostare il punto di approdo dalla marina di San Foca, in provincia di Lecce, nel brindisino.

Sulla questione era tornato ieri Michele Emiliano, governatore della Puglia, auspicando in un’intervista al Corriere della Sera un ripensamento, perché "siamo favorevoli al gasdotto ma forse ci può essere consentito di non far arrivare in uno dei parchi naturali più belli della Puglia e sulla più bella spiaggia dell’Adriatico".

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