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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

17 gennaio 2018 | 09.48
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Il rischio elezioni oggi pesa sullo spread tra BTp e Bund non più di 25 punti base. Il principale motivo per cui i rendimenti dei titoli di Stato italiani sono attualmente 138 punti base più alti di quelli tedeschi è un altro: il gap tra i fondamentali economici dei due Paesi. Il prossimo Governo su questo dovrà lavorare, con riforme che riducano il debito, facciano crescere l'economia e migliorino il merito di credito italiano". Così, in un'intervista a Il Sole 24 Ore, Francesco Garzarelli, co-responsabile della ricerca economica globale del colosso americano Goldman Sachs.

"Partire dalle competenze per ripensare i modelli d'impresa e l'idea stessa del lavoro. Tra i tanti meriti che possono essere riconosciuti alla proposta avanzata da Carlo Calenda e Marco Bentivogli c'è anche quello di aver ribaltato l'impostazione tradizionale con cui si guarda ai problemi del lavoro in Italia. Il tema, da mettere al centro del confronto, è il rinnovamento dei sistemi di welfare e di relazioni industriali che restano ancorati a un modello di economia e di società tipico del Novecento industriale e che devono invece ora contaminarsi e rinforzarsi vicendevolmente". Lo scrive su Il Sole 24 Ore Michele Tiraboschi, Direttore del Centro studi internazionali e comparati Marco Biagi dell'Università di Modena e Reggio Emilia e coordinatore del comitato scientifico di Adapt.

"Negli anni Duemila, la stagnazione prima e la crisi poi hanno aperto nella società italiana ferite che rischiano di minare la stessa tradizione del nostro popolo, fatta di gusto per il saper fare e al tempo stesso di tolleranza e solidarietà umana. La risposta passa per la capacità di ascoltare i bisogni delle persone e dare voce e sostegno a tutti coloro che cercano di costruire per sé e per gli altri, individuando strategie al servizio delle energie positive presenti nella società civile affinché si diffondano e siano traino di fiducia e speranza per tutti, a cominciare da chi teme di non farcela. Questa risposta richiede di mettere in campo più strumenti, a cominciare certo da quelli indicati da Calenda e Bentivogli in termini di innovazione, di competitività e di relazioni industriali che valorizzino di più il lavoro. Ma richiede anche di potenziare il jobs act, una grande riforma volta all' inclusione nel lavoro di quanti ne sono ai margini, sul versante degli ammortizzatori sociali, delle politiche attive, del reddito di inclusione". Lo scrive su Il Sole 24 Ore, Claudio De Vincenti, ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno.

"Nascerà un nuovo marchio a garanzia dell'origine dei prodotti agroalimentari siciliani, non certificati da disciplinari Dop, Doc e Igp. Si chiama Qualità sicura Sicilia, è stato già approvato dalla commissione europea e darà risalto alla qualità di agrumi, frutta secca, carni, vino, olio e ortofrutta made in Sicily. Per contrastare la competizione sleale dei paesi extra Ue". Così, in un'intervista a Italia Oggi, Edgardo Bandiera, assessore all'Agricoltura Regione Sicilia.

"Continuo a pensare che il vero problema del mercato del lavoro non siano i contratti a termine, ma l'assenza di un sistema di politiche attive del lavoro che sostenga i lavoratori nelle transizioni da un contratto di lavoro ad un altro. Un sistema capace di ridurre al massimo la durata della disoccupazione. Occorre intervenire sul mismatch tra le figure professionali richieste dal mercato e le competenze acquisite durante i percorsi formativi, con un'offerta più orientata ai fabbisogni del tessuto produttivo e anticipando il momento del lavoro già mentre si studia. Andrebbe costruito un sistema di politiche attive che sia in grado anche di accompagnare la transizione dalla formazione al lavoro. Infine, bisogna puntare sulle competenze: percorsi specialistici altamente professionalizzanti come nel caso degli Istituti tecnici superiori, che devono essere rafforzati e semplificati nella loro compagine". Così, in un'intervista a Libero, Gianni Bocchieri, docente Politiche del lavoro all'università di Bergamo.

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