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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

18 gennaio 2018 | 10.45
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"I risultati positivi raggiunti da Fca sul piano della produzione e delle vendite, illustrati in questi giorni da Sergio Marchionne al Salone dell'auto di Detroit, significano per noi una sola cosa: Fca deve ora confermare gli impegni per la piena occupazione in tutti gli stabilimenti italiani, a cominciare da Pomigliano e Mirafiori". E' quanto sottolinea la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, in un intervento pubblicato su La Stampa e su Il Mattino. "Gli accordi con il sindacato vanno rispettati. E' giusto che tutti partecipino dei successi di Fca, soprattutto le persone che vi hanno contribuito attraverso la loro dedizione, ha riconosciuto Marchionne. Bene, questo ci aspettiamo ora anche in tutti gli stabilimenti italiani", aggiunge la leader della Cisl che indica negli investimenti realizzati in questi ultimi anni da Fca in Italia, garantiti da coraggiosi accordi sindacali, un "modello di sviluppo industriale possibile ed auspicabile". "Il posizionamento di Fca sui mercati internazionali deve significare la conferma e l'anticipo degli investimenti anche negli stabilimenti italiani, a partire da Pomigliano d'Arco e Mirafiori, le due realtà con una situazione più critica in termini di esaurimento di ammortizzatori sociali. Ora è indispensabile dare continuità alle scelte dell'azienda ed utilizzare le risorse prodotte per completare gli investimenti e spingere sull'offerta di modelli con motorizzazioni ibride, elettriche ed anche sulla guida autonoma. Questa e' la nuova sfida cui Fca non puo' sottrarsi", ha concluso la leader Cisl."Non si può dire che ci sia una causa effetto, ma di sicuro questa organizzazione dell’ispettorato del lavoro non agevola gli ispettori nei controlli, e soprattutto non tutela la sicurezza e i contratti dei lavoratori". Giancarlo Sponchia, è il presidente Aniv (associazione nazionale funzionari ispettivi pubblici) ed è dipendente Inps, intervistato da 'La Stampa' sulla stragedia sul lavoro alla Lamina.

"Certo c’è un clima di tensione e di confusione, c’è uno stallo -continua- perché non è chiaro quello che accadrà nel mondo degli ispettori". Che cosa chiedete? "Di far funzionare l’Inl (Ispettorato nazionale del lavoro nato con il Jobs act e suddiviso in ambiti territoriali; ndr) ma con più risorse, cosi -conclude- non può funzionare. L’alternativa che proponiamo è un ruolo unico dentro Inps e Inail: con la parte contributiva e dei contratti di lavoro all’Inps, e l’infortunistica all’Inail".

"Mi sembra abbastanza chiaro ormai che nel forno interrato della fabbrica si sia creata una sacca di azoto. Quest’ultimo ha privato l’ambiente dell’ossigenazione necessaria alla sopravvivenza umana: al di sotto del 14% si sviene e, inevitabilmente, si muore. Si è parlato di un sensore di allarme che non avrebbe funzionato...". Così, intervistato da 'Avvenire', il presidente di Eursafe, Adriano Bacchetta.

"Bisognerebbe capire -continua- se il sensore di cui si parla è “di processo”, cioè capace di rilevare la presenza di ossigeno all’interno del forno, o semplicemente di monitoraggio generale della vivibilità nell’ambiente di lavoro".

"Per troppo tempo la politica si è fermata alle analisi. Ha rimesso in fila dati allarmanti. Ha anche finto di intervenire. Ma non è mai arrivata a un punto di svolta. Tanti annunci, tante promesse, ma mai un vero piano per la famiglia, mai un vero progetto per arginare il crollo della natalità". Gigi De Palo, il giovane presidente del Forum delle Famiglie, intervistato da 'Avvenire', ora si affida ai numeri per dar forza al suo messaggio.

"Nel 1965 -continua De Palo- nascevano in Italia un milione di bambini, oggi meno di 500 mila. Ho quattro figli, tra poco cinque, e ho il dovere di essere netto, esigente: se i partiti non trasformano le analisi in azioni concrete questo Paese affonda".

"L’Italia ha una legislazione di sostegno ai contratti di prossimità dal 2011, consolidata poi dall’articolo 51 del decreto 81 del 2015. E se si abbandonano i pregiudizi ideologici del passato, le stesse definizioni di 'peius' e 'melius' applicate agli accordi aziendali contenenti deroghe alle leggi e ai contratti nazionali devono riferirsi alla complessiva condizione soggettiva dei lavoratori piuttosto che al singolo istituto modificato. Anche il salario contrattuale dovrà diventare derogabile con il vincolo a non scendere al di sotto di una soglia minima che potrebbe essere indicata dai contratti stessi o da una legge purché in una dimensione sensibilmente inferiore alle retribuzioni di fatto". Così, in un intervento sul 'Sole 24 ore', il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi.

"Si pensi -continua Sacconi- alle fasi di start up, specie in territori svantaggiati, o alla volontà di rimettere in gioco una parte del salario per collegarla ad obiettivi convenuti così da beneficiare di una tassazione più contenuta. Nella prossima legislatura il governo dovrà sostenere con ben maggiore determinazione questa via negoziale riportando il livello di detassazione dei salari di prossimità quantomeno ai seimila euro disposti dal governo Berlusconi a partire dal 2008".

"Queste flessibilità negoziate -conclude- possono ragionevolmente alzare tanto la produttività del lavoro quanto la massa salariale complessiva per non parlare degli investimenti e dell’occupazione".

"Le priorità indicate sul Sole 24 Ore da Carlo Calenda e Marco Bentivogli, dalla centralità degli investimenti in formazione e capitale umano al rafforzamento della qualità dell’occupazione, «sono in perfetta sintonia con le proposte del Pd per la prossima legislatura e sviluppano il cammino di riforme che i governi Renzi e Gentiloni hanno portato avanti in anni difficili". Per Tommaso Nannicini, economista alla Bocconi di Milano e braccio destro del segretario dem nell’elaborazione del programma economico, intervistato dal 'Sole 24 ore', vanno messi in campo "strumenti che rendano concreto e credibile, non solo a parole, il diritto soggettivo di ogni lavoratore a una formazione permanente, indipendentemente dal tipo di contratto".

Lo strumento, ancora in fase di approfondimento tecnico, "potrà essere una sorta di 'conto personale formazione': si partirebbe con una dote iniziale (si ragiona su 500 euro dal 18esimo anno di età della persona) da alimentare poi con accumuli successivi. Si punterebbe su servizi personalizzati, che potranno essere anche rafforzati per migliorare, ad esempio, l’alternanza scuola-lavoro e il sostegno ai percettori del reddito di inclusione, il primo intervento strutturale di contrasto alla povertà introdotto in Italia".

"Il Pd -conclude- punterebbe, così, a completare il Jobs act, dopo che quest’anno è reso strutturale l’assegno di ricollocazione per tutti i disoccupati (e cassintegrati nelle crisi aziendali un po’ più delicate che rischiano di sfociare in cospicui esuberi di personale), consolidando il ruolo dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal)".

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