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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

20 febbraio 2018 | 10.44
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Verificare che non ci siano stati aiuti di Stato alla Slovacchia per le aziende di Honeywell ed Embraco e trovare un modo per correggere quella che è una stortura". E' questa la richiesta che il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, avanzerà alla commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager. "Quando c’è un Paese che offre un pacchetto di finanziamenti localizzativo anche conforme agli aiuti di Stato, ma che beneficia di condizioni più favorevoli, io devo essere in grado - dice il ministro in un'intervista al 'Corriere della Sera' - di operare al di fuori degli aiuti di Stato e offrire le medesime condizioni, ma voglio capire il perimetro entro cui posso dare applicazione pratica di questa misura".

"Embraco ha la nostra proposta, se tornano indietro siamo disponibili a prenderli in considerazione, ma io altre riunioni che si chiudono con 'forse..', 'ma..' non ne faccio più. Preferisco partire in quarta con Invitalia per capire se ci sono proposte e supportarle", afferma Calenda. "Ora si tratta di lavorare sott’acqua seriamente e di risolvere questo problema a brevissimo - sottolinea il ministro - Il tempo limite è dato dalla procedura di mobilità, quindi fino a fine marzo. Siamo già partiti, il mio staff ci sta lavorando, io stesso ci sto lavorando. Aggiorneremo i sindacati in settimana".

"Continuiamo a combattere. Il mio impegno è in prima persona, tutto quello che potrà essere fatto lo faremo", assicura Calenda. "Ci vuole - dice - un globalization adjustment fund, un fondo di reindustrializzazione che prevenga le delocalizzazioni e metta pacchetti che vadano oltre la normativa sugli aiuti di stato per chi vuole andare a produrre altrove in Europa in condizioni di vantaggio legate al diverso grado di sviluppo dei Paesi. Siamo economie in continua transizione, gestirle sarà sempre più fondamentale, quindi abbiamo bisogno di strumenti più forti".

"Devo ammettere che il peso degli operatori del settore ai tavoli negoziali della Ue per fortuna è aumentato, in questi ultimi anni. Ma è indubbio che una certa mancanza di professionalità e di trasparenza durante le negoziazioni continua a penalizzarci". Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, intervistato dal 'Sole 24 ore', verso gli accordi di libero scambio firmati da Bruxelles è critico, e una certa dose di penalizzazione del comparto non la nega.

"Non sono ideologicamente contrario alle liberalizzazioni commerciali, sia chiaro -spiega- perché per un Paese come il nostro, che punta sull’export, le barriere all’ingresso nei mercati stranieri non possono essere mai un vantaggio. Ma siamo anche un Paese che punta tutto sulle produzioni di qualità, e per questo è importante che nei trattati di libero scambio sia riservato un occhio di riguardo alla tutela delle denominazioni".

"Nei passaggi storici importanti della storia d’Italia si ripresenta, puntuale, il nodo del rapporto fra le rappresentanze degli interessi, la rappresentanza politica e lo sviluppo economico. Un nodo che, se ha preso forma nel corso del Novecento, si riaffaccia adesso, in un frangente in cui, non a caso, si tratta di ridefinire una prospettiva di sviluppo per il nostro Paese, a garanzia di un patto democratico da rinnovare nei suoi fondamenti. Le Assise di Verona sono cadute in una fase delicatissima della nostra evoluzione nazionale". Così, in un intervento sul 'Sole 24 ore', l'economista Giuseppe Berta.

"Da un lato, mai come ora -continua- appaiono precarie le dinamiche della rappresentanza politica, alla vigilia di elezioni per il Parlamento che non sono mai state altrettanto incerte; dall’altro, durante l’ultimo anno si sono rafforzati i segnali di ripresa e di vitalità che vengono da un sistema delle imprese soggetto a un’intensa trasformazione. In mezzo, ci sono le rappresentanze degli interessi, a cominciare da Confindustria, che per rilanciare la loro funzione devono dimostrare la loro capacità di riuscire a incanalare risorse in direzione dello sviluppo, come del resto testimonia il Piano per l’Italia presentato a Verona".

"Nel quadro attuale, infatti, le rappresentanze economiche e sociali -conclude- devono declinare il loro ruolo concorrendo in primo luogo a dare consistenza a quella visione dello sviluppo che manca al nostro Paese e che invece è necessaria se esso deve recuperare la propria collocazione nel mondo contemporaneo".

"Insieme a Confindustria la Farnesina ha promosso uno studio indipendente, realizzato dalla società specializzata Prometeia, per misurare i risultati raggiunti dalla diplomazia italiana nel sostegno all’internazionalizzazione delle imprese. Gli ultimi dati, riferiti al 2016, parlano chiaro. Essi confermano che l’assistenza delle ambasciate e dei consolati italiani all’ottenimento di contratti e commesse per le nostre imprese ha contribuito a produrre l’1,4% del Pil e a sostenere 307mila posti di lavoro, circa l’1,2% degli occupati in Italia". E' quanto scrive, in un intervento sul 'Sole 24 ore', il ministro degli Esteri, Angelino Alfano.

"Questi numeri -continua Alfano- acquistano ancora più valore con un’analisi costi-benefici. Nello stesso periodo il bilancio effettivo della Farnesina è stato pari allo 0,11% del bilancio dello Stato: circa lo 0,05% del Pil. Se una spesa dello 0,05% ha avuto un ritorno dell’1,4% del Pil, questo significa che i fondi assegnati alla Farnesina si traducono in un moltiplicatore pari a 29: 1 euro del contribuente ha quindi generato 29 euro di crescita all’Italia. Questa azione diplomatica ha contribuito ai dati dell’export italiano che, nel 2017 è cresciuto del 7,4% rispetto al 2016, toccando quasi i 450 miliardi di euro".

"In Italia si vive più a lungo eppure ci sono disuguaglianze di salute legate all’istruzione". Lo dice a 'Qn' Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio sulla salute nelle regioni, nato da un progetto di Walter Ricciardi (presidente dell’Istituto superiore di sanità, ndr) all’Università Cattolica.

"Si vive meno -spiega- dove c’è un livello di istruzione in media più basso". E come si colloca l’Italia rispetto al resto d’Europa? "Bene -conclude- come speranza di vita, confrontando realtà più ricche della nostra. Ma bisogna colmare le lacune iniziando dalle scuole".

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