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Statali, aumenti al rallentatore

22 marzo 2018 | 12.50
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(FOTOGRAMMA)
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Statali, aumenti a singhiozzo. In attesa dell'insediamento della XVIII Legislatura, dopo le elezioni del 4 marzo, si stanno verificando rallentamenti al via libera definitivo di aumenti e arretrati per oltre 3 milioni di dipendenti pubblici.

Fino ad oggi, infatti, il rinnovo contrattuale è diventato effettivo solo per i 250mila statali che lavorano nei ministeri, agenzie ed enti non economici. La stragrande maggioranza dei lavoratori pubblici, invece, a cominciare dagli insegnanti e dipendenti di scuole università ed enti di ricerca - oltre 1,2 milioni di persone - sono in attesa che l'iter del rinnovo venga completato.

SCUOLA - Dopo che sindacati e governo hanno firmato all'Aran le ipotesi di contratto il 9 febbraio per la scuola, il 21 febbraio per le Funzioni locali e il 23 febbraio per la sanità, mancano ancora passaggi fondamentali come i via libera di Mef e Corte dei Conti.

SANITA' - Verifiche e certificazioni che, nonostante siano tecniche, si teme possano provocare lungaggini. In sospeso ci sono gli aumenti per centinaia di migliaia di lavoratori della sanità e delle amministrazioni locali, dai comuni alle regioni alle province, che non vedono aumenti in busta paga da nove anni. Per non parlare della partita ancora aperta del nuovo contratto da chiudere per dirigenti e medici, in tutto altri 100mila dipendenti.

CISL - "Auspichiamo che lo stallo della politica non incida sul completamento dell'iter visto che la vigenza dei contratti, tra l'altro, termina il 31 dicembre di quest'anno" sostiene all'AdnKronos Ignazio Ganga, segretario confederale Cisl, ricordando che il rinnovo triennale è 2016-2018 e dunque a partire dal 1° gennaio 2019, in teoria, si riapriranno le trattative per i nuovi contratti.

UIL - "La procedura burocratica sembra più lunga del previsto. Ma siamo convinti che immediatamente dopo il via libera della Corte dei conti - aggiunge Antonio Foccillo, segretario confederale Uil - si potrà firmare e quindi dare via libera ad arretrati e aumenti".

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