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Glovo: "Nessun diktat, vogliamo restare in Italia"

18 giugno 2018 | 18.22
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(FOTOGRAMMA)
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"Faremo di tutto per rimanere in Italia, abbiamo investito tanto e vogliamo far sì che il settore possa crescere, senza incertezze nel quadro regolatorio". Al termine dell'incontro al Mise con il ministro Luigi Di Maio, Matteo Pichi, ex fondatore di Foodinho e oggi Country Manager per l'Italia di Glovo, una delle principali app del delivery, è fiducioso e rasserenato. "L'incontro - racconta all'Adnkronos - è andato bene, ci hanno ascoltato con attenzione. Lo stesso Di Maio ci ha detto che vuole che questo business cresca e resti in Italia ma con regole chiare. L'importante era fare chiarezza su quello che facciamo".

E dissipare qualche pregiudizio sui riders. A partire, ad esempio, dal tema flessibilità: "Nel nostro caso, la maggior parte delle volte, sono loro che ci chiedono flessibilità. Il 50 per cento dei nostri riders offre disponibilità per meno di dodici ore a settimane e abbiamo un turn over molto alto: più del 20% dei riders dopo una settimana di consegne abbandona". Di contro, "diamo consegne e lavoro a 2-3mila persone, con un tasso di circa 200 nuovi collaboratori a settimana".

Il turn over alto, con la sua "imprevedibilità", è "un costo per noi". Forse, ipotizza Pichi, finora è stata sentita "una parte più estremista della categoria". Non c'è niente di estremo, però, nel chiedere maggiori tutele. "Sulla sicurezza investiamo tanti soldi, i nostri riders sono tutti assicurati. Credo che il tavolo si focalizzerà proprio su questo, sulle tutele minime: chiarezza dei contratti, sicurezza e assicurazioni". Al tavolo, "non vogliamo porre alcun diktat, né ci hanno chiesto, mi sembra, cose irraggiungibili".

Del 'decreto dignità'
, con le sue strette sui contratti a termine, dice ancora il manager, "non abbiamo ricevuto nessuna bozza, non pensiamo che ci riguardi". Sul business, è difficile tornare indietro. "Oggi siamo in dodici città italiane e non ci occupiamo solo di food, consegniamo qualsiasi cosa: questi modelli fanno parte di un'industria enorme e di grande successo in tutto il mondo, dove i riders sono centrali e hanno anche un costo, pesando per il 95% dei nostri ricavi: difficile immaginare che si possa fare a meno di loro".

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