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Lavoro: PageGroup, con recruiting 4.0 cambia ricerca posto

15 novembre 2017 | 14.35
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Lavoro: PageGroup, con recruiting 4.0 cambia ricerca posto

Informazioni in tempo reale, delocalizzazione dei talenti e dematerializzazione degli uffici. Sono solo alcuni dei fattori destinati a cambiare il mondo del recruiting. A dirlo PageGroup, leader mondiale nella ricerca e selezione di personale nelle diverse tipologie di contratto che con i brand Page Executive, Michael Page e Page Personnel, in occasione dei sui vent’anni in Italia, analizza le principali tendenze che caratterizzeranno il Recruiting 4.0.

"Anche nel mondo del lavoro -spiega PageGroup- cambia il concetto della fiducia che non è più una prerogativa dell’azienda nei confronti del dipendente: la Generation Z ha aspettative molto elevate nei confronti dell’azienda e, di conseguenza, del ceo che la rappresenta. La re-putazione delle aziende sarà quindi sempre più un punto cardine nel mercato del lavoro digitalizzato, per attrarre e trattenere i talenti. Il candidato in cerca di lavoro potrà verificare in tempo reale, attraverso un’unica piattaforma le recensioni aziendali, i futuri colleghi, il tempo di percorrenza per raggiungere il luogo di lavoro, la descrizione degli spazi e del luogo di lavoro".

"Sono già attivi -ricorda- in molti paesi siti in cui un potenziale candidato può interagire con il management e le persone che effettivamente lavorano in quell’azienda, accedendo alle recensioni che mettono in evidenza in modo trasparente punti forti e di miglioramento delle aziende".

Un altro aspetto rilevato è l’algoritmo per competenze e valori e 'il lavoro che trova il candidato'. "Già oggi -avverte PageGroup- grazie ai big data, si stanno affermando sistemi evoluti in grado di elaborare informazioni infinite e complesse relative alle aziende e ai comportamenti degli utenti. Il recruiting sarà una questione di matching tra candidato più in linea con la ricerca sulla base di algoritmi e parole chiave che renderanno possibile valutare l’aderenza ai valori aziendali. Sono innumerevoli le informazioni rielaborabili su necessità di aziende e comportamenti degli utenti".

"Il sourcing passivo -fa notare- viene riconosciuto come un’attività distinta nell’ambito della selezione, sostenuto da un’intera categoria di nuovi strumenti e tecnologie. Le maggiori innovazioni di questo periodo sono i motori di ricerca che aggregano i dati del profilo delle persone da tutto il web. Entrare in contatto con professionisti specializzati altrimenti introvabili sui siti che frequentano, in base ai loro reali interessi e azioni è la nuova sfida delle società di ricerca e selezione".

Si assiste, inoltre, alla dematerializzazione degli uffici: "Il lavoro sarà sempre più indipendente da un luogo fisico e autonomo per ciò che riguarda tempo e spazio. L’ufficio come vissuto oggi non esisterà più a favore di spazi lavorativi in affitto o on demand a seconda dell’esigenza". Si parla anche di delocalizzazione dei talenti.

"Le nuove assunzioni -chiarisce- si focalizzeranno solo su competenze, specializzazione e caratteristiche personali coerenti al ruolo. La postazione fissa entrerà in disuso per lasciare alla collaborazione di talenti da tutto il mondo. La digitalizzazione introdurrà nel mercato del lavoro la sperimentazione della realtà aumentata in maniera sempre più coinvolgente. Non si chiederà più il curriculum vitae in prima istanza ma solo dati di contatto sufficienti per coinvolgere il candidato. Solo in fase avanzata, grazie al crm proprietario, si richiederà l’eventuale invio del curriculum".

"Sarà sicuramente più facile -afferma- avvalersi delle nuove tecnologie per organizzare delle shortlist di candidati, ma la valutazione finale dovrà essere fatta comunque da esperti in grado di valutare tutto ciò che un algoritmo non è in grado di analizzare e dalle informazioni inserite nel proprio profilo. La comprensione dei bisogni e delle caratteristiche della personalità, ancora essenziali per un’efficace corrispondenza di una persona a un ruolo, deve essere fatta necessariamente in un meeting avvalendosi di specifiche competenze e specializzazione, altra parola chiave per la sopravvivenza del settore".

“Il recruiting -osserva Tomaso Mainini, managing director di Pa-geGroup- è un servizio professionale che si basa fortemente sulle relazioni costruite nel tempo. Fino a quando non verrà ideata una tecnologia in grado di cambiare e adattarsi a seconda di ciò che accade, o di interagire empaticamente con l’essere umano, la professione del recruiter avrà senso di esistere".

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