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Lavoro: più studenti cuochi e agricoltori che ragionieri e tute blu

02 ottobre 2015 | 13.12
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Lavoro: più studenti cuochi e agricoltori che ragionieri e tute blu

Sui banchi vincono cuochi e agricoltori rispetto a ragionieri e tute blu. Nel nuovo anno scolastico si sono iscritti alle prime classi degli istituti tecnici di amministrazione, finanza e marketing poco più di 42mila giovani, mentre quelli che hanno optato per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera sono stati oltre 46mila ai quali si aggiungono altri 15mila giovani iscritti alle prime classi degli istituti tecnici e professionali agrari. E' quanto emerge da una analisi di Coldiretti Giovani Impresa - sulle iscrizioni alle prime classi della scuola secondaria di secondo grado, statali e paritarie nell'anno scolastico 2015/2016 -, in occasione della prima giornata dedicata alla creatività Made in Italy ad Expo con la consegna degli Oscar green, il premio alle imprese più innovative.

La tavola sorpassa dunque la scrivania nelle scelte scolastiche delle giovani generazioni, con la crisi che ha cambiato profondamente le aspirazioni. In Italia vede una prospettiva di lavoro futuro nell'agricoltura e nel cibo quasi uno studente su cinque con oltre il 20% degli iscritti al primo anno delle scuole secondarie superiori tecniche e professionali che ha scelto un indirizzo legato all'agricoltura e all'enogastronomia. A crollare sono state anche le iscrizioni agli istituti professionali con indirizzo industriale, scese al minimo storico. Quest'anno si sono iscritti al primo anno degli istituti professionali per le produzioni industriali, la manutenzione e l'assistenza tecnica poco più di 19mila giovani, in calo rispetto all'anno precedente e più che dimezzati rispetto all'inizio della crisi (nel 2007/2008 erano 48mila), che ha colpito il settore industriale.

Sono dunque in crisi ragionieri e tute blu, a prendere la scena è ora il cibo al quale sono dedicati interi programmi televisivi con chef ed enogastronomi diventati delle vere e proprie star. A conferma di un rinnovato prestigio sociale del lavoro nei campi è il fatto che quasi un genitore su tre (29%) consiglierebbe ai propri figli di fare l'agricoltore e che ben il 55% sarebbe contento se il figlio o la figlia sposasse un agricoltore, secondo elaborazioni Coldiretti su Ipr Marketing.

"Una azienda agricola su tre è nata negli ultimi dieci anni anche per l'ingresso di giovani agricoltori di prima generazione che hanno scelto di vivere e lavorare in campagna per realizzare il proprio sogno imprenditoriale", spiega Maria Letizia Gardoni delegata dei giovani della Coldiretti nel sottolineare che "essere agricoltori oggi significa avere una conoscenza multidisciplinare, che va dalla tecnica agronomica al marketing".

Per il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo "E' questa la dimostrazione che i giovani, prima e meglio di altri, hanno capito che l'Italia per crescere deve puntare su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l'arte, il cibo e la cucina", sottolineando "che l'agroalimentare italiano offre una prospettiva di nuove e interessanti prospettive di futuro per chi sa esprimere la propria creatività a contatto con la natura".

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