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Welfare: Banco alimentare Piemonte, aumentano 'poveri della porta accanto'

09 novembre 2015 | 16.46
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Welfare: Banco alimentare Piemonte, aumentano 'poveri della porta accanto'

Aumentano i 'poveri della porta accanto', insospettabili giovani famiglie, persone che hanno perso il lavoro o anziani che non riescono più ad arrivare alla fine del mese. E il Banco alimentare del Piemonte, in occasione della presentazione del suo primo Bilancio sociale, intende richiamare l’attenzione su un anno, il 2014, che appare forse come il più critico in una storia ormai ventennale di presenza solidale. Nel 2014, infatti, non è stato attivato il Fondo europeo di aiuti alimentari per gli indigenti (Fead) che in Italia viene distribuito dall'Agea (Agenzia del governo per le erogazioni in agricoltura). Questi aiuti per il Banco alimentare rappresentano circa il 40% della possibilità di intervento annuale, e la loro assenza ha determinato una riduzione di circa 2.000 tonnellate di alimenti distribuiti rispetto al 2013.

“Abbiamo iniziato un’attività di diversificazione e intensificazione degli altri canali di approvvigionamento - dichiara Salvatore Collarino, presidente del Banco alimentare del Piemonte - per sopperire alle richieste sempre più numerose di chi aveva bisogno. Infine, sollecitando la solidarietà e la generosità dei donatori, siamo riusciti a fine 2014 di raccogliere 5.096 tonnellate (contro le 5.430 del 2013) anche grazie alla 'Stracolletta' del mese di giugno che si è affiancata a quella abituale di fine novembre".

Un risultato reso possibile anche grazie al folto numero di volontari: 260 persone hanno smistato i viveri nei 5 magazzini regionali lavorando 75.994 ore, pari a un valore economico di circa 1.365.000 euro. Accanto a loro c'è stato l'impegno assiduo e costante dei 7 dipendenti del Banco alimentare. Questa catena di solidarietà che ha lavorato a stretto contatto con 598 strutture caritative del territorio, ha reso possibile l'aiuto a 120.475 persone in difficoltà che hanno ricevuto, nel corso dell'anno, l'equivalente di 10.200.000 pasti.

Uno sforzo che non sarebbe stato possibile senza il sostegno di 70 aziende virtuose e di 170 produttori locali che hanno fatto della responsabilità sociale d'impresa un elemento che concorre al bene comune. Numeri importanti che dimostrano il grande impegno del Banco alimentare a fronte di una nuova povertà in crescita in Italia come in Piemonte. "Fra le persone aiutate nel 2014, si segnala un'intollerabile presenza - si avverte in una nota - di bambini fra zero e cinque anni. Per la prima volta, il 2014 ha visto un'inversione di tendenza: il numero dei bambini ha superato infatti quello degli anziani (12% contro il 9%). Di fame, povertà e mancanza di cibo, si parla sempre di più. Non solo in Italia ma nel mondo. E lo stesso Papa Francesco, nel recente discorso alla Fao, ha sottolineato che 'chi ha fame ci chiede dignità, non elemosina'".

"Nell'anno di Expo 2015 - ricorda ancora - anche Ban Ki Moon, segretario generale dell'Onu, lancia il programma 'Sfida fame zero': zero bambini rachitici al di sotto dei due anni, 100% di accesso a cibo adeguato per tutto l'anno, che tutti i sistemi alimentari siano sostenibili; aumento del 100% della produttività e dei redditi dei piccoli produttori, zero perdite e sprechi di cibo”. "In questa prospettiva di nuova solidarietà internazionale, il Banco alimentare del Piemonte accetta la sfida di superare i 10 milioni di pasti equivalenti all'anno, oggi non più sufficienti per far fronte alle nuove povertà del terzo millennio nella nostra regione", sottolinea.

Come osserva il presidente del Banco alimentare, Salvatore Collarino, "è certamente necessaria un’ampia operazione di collaborazione tra diversi e qualificati soggetti per riuscire a garantire risultati nella lotta al contrasto della povertà, con l'importante ruolo delle istituzioni come promotori e facilitatori di modelli di gestione di rete della catena di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari".

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