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Turismo: Fondazione Univerde, italiani cercano natura ma serve promozione

11 febbraio 2016 | 13.04
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Turismo: Fondazione Univerde, italiani cercano natura ma serve promozione

Gli italiani cercano natura e parchi ma occorre fare di più per la promozione turistica. E' quanto rileva il sesto rapporto 'Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo', realizzata da IPRMarketing e Fondazione UniVerde, e diffusa in occasione della Bit di Milano. Il focus dello studio, dedicato alle aree protette, ha rilevato che il 62% degli italiani ha visitato un parco naturale nazionale o regionale.

Tra quelli più conosciuti: il Parco nazionale della Sila (65%); il Parco nazionale del Gran Paradiso (60%); il Parco nazionale dello Stelvio (57%); il Parco nazionale del Gargano (57%); Il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga (53%) e il Parco nazionale delle Cinque Terre (51%). Quest’ultimo è quello più visitato (50%), seguito dal Parco del Gargano (47%) e da quello dello Stelvio (46%). Nonostante i numeri, però,, si sottolinea, occorrono più attenzione e promozione per l’ecoturismo nei parchi.

La conoscenza e l’esplorazione (44%) sono tra i fattori che spingono a viaggiare di più preceduti soltanto dall’arricchimento culturale (46%). A prevalere nella scelta della meta sono le bellezze storico artistiche ed eventi culturali (61%) e la natura e i paesaggi (60%).

"Gli italiani cercano natura e paesaggi -dichiara Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde- in misura uguale alle mete di arte e di cultura. L'Italia deve prendere consapevolezza del primato della biodiversità in Europa, dobbiamo valorizzarlo anche creando una rete di servizi, dalla mobilità all’ospitalità, utile a diffondere e incrementare il turismo nei nostri parchi".

"Le nostre ricchezze naturali -avverte- meritano una promozione virtuosa così come quelle storiche, artistiche e architettoniche. Le aree protette, valorizzate in modo davvero sostenibile, possono arricchire l'offerta turistica italiana, creare occupazione in aree preziose per la salvaguardia ambientale e la prevenzione dal dissesto idrogeologico".

Il rapporto conferma la grande percentuale di italiani (74%) che conosce il turismo sostenibile come quello che rispetta l’ambiente e cerca di ridurre il consumo di energia e di risorse del territorio. La maggioranza lo considera eticamente corretto. Il 60% si dichiara ottimista ed è convinto che la sensibilità per l’ecoturismo e il turismo sostenibile crescerà nei prossimi 10 anni.

Prevale anche in questa ricerca la consapevolezza (per il 48%) che esista un’emergenza in Italia sui danni che il turismo può provocare all’ambiente. Per il 58% del panel i rischi sono legati soprattutto alla cementificazione e alla speculazione edilizia. Il vincolo della sostenibilità è considerato un’opportunità di crescita per lo sviluppo economico di un’area turistica (46%) e una vera e propria necessità (41%).

Nel pianificare un soggiorno, valutando la meta, il mezzo di trasporto e la struttura da prenotare, il 53% sta attento a fare scelte che non danneggino l’ambiente. Una sensibilità cresciuta negli ultimi anni che spingerebbe il 44% a pagare tra il 10% e il 20% in più per vacanze responsabili.

Tra gli alloggi preferiti: B&B (per il 36%); albergo (per il 34%) e agriturismo (per il 31%), prenotati esclusivamente via Internet (74%). Il 53% li considera 'eco' per i pannelli fotovoltaici; il 31% per i sistemi di risparmio elettrico e il 27% per quelli di risparmio idrico. I viaggiatori più attenti si preoccupano che tra i servizi offerti ci sia la possibilità di fare la raccolta differenziata (34%) o quella di mangiare biologico e a km 0 (32%).

Per ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera, il 67% sarebbe disposto a rinunciare all’auto durante le vacanze, qualora la meta scelta fosse facilmente raggiungibile in treno. Il 40% ha già optato per questa soluzione nelle precedenti vacanze.

I turisti sostenibili sono esigenti anche sul cibo prediligendo ristoranti che prevedano nel menù prodotti provenienti da agricoltura biologica (il 46%) e a km 0 (il 54%), ma solo a parità di prezzo con quelli tradizionali. O quelli che offrono un menù vegetariano (20%) o vegano (12%, questa opzione compare per la seconda volta tra le preferenze).

"I dati mostrano -fa notare Pecoraro Scanio- come negli ultimi anni gli italiani siano più attenti a viaggiare in modo responsabile. Nel turismo tradizionale prevale sempre la sistemazione in hotel ma aumenta la richiesta di sostenibilità: dall'energia rinnovabile ai menù biologici e a km zero. La necessità di avere un minimo impatto durante i propri spostamenti è testimoniata anche dalla scelta di rinunciare alla proprio auto. Anche le strutture di pernottamento diventano sempre più ecologiche. Un trend positivo che mi auguro aumenti nei prossimi anni".

Rispetto all’ecoturismo, il 60% del panel dichiara di averne sentito parlare ed è in grado di definirlo come forma di turismo che rispetta l’ambiente e le popolazioni locali, valorizzando le risorse naturali e storico culturali di un territorio. Il 76% non ha dubbi sul dichiarare che la sostenibilità rappresenti un motore di sviluppo per l’economia del settore.

Anche in questo caso, come per il turismo sostenibile, ci si affida a Internet per ottenere informazioni e pianificare il soggiorno (65%) utilizzando i motori di ricerca (61%). Ciò che spinge maggiormente a visitare un’area protetta o un parco naturale è: la presenza di percorsi gastronomici (per il 41%) o di percorsi in mare (per il 28%) e la possibilità di praticare attività sportive (per il 28%).

Il 52% sceglie di trascorrere le proprie vacanze in agriturismo; il 36% in un B&B; il 22% in albergo e il 21% in dimore storiche. Le attività preferite sono: visitare aree archeologiche e borghi storici; assaggiare prodotti enogastronomici tipici e fare escursioni con guide locali per conoscere le tradizioni del luogo. Per la prima volta, gli italiani (il 54%) dichiarano di essere attratti dalla possibilità di raggiungere il proprio itinerario utilizzando vecchie ferrovie, rese nuovamente utilizzabili a scopo turistico.

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