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Imprese: l'indagine, calano ritardi gravi nei pagamenti

06 aprile 2016 | 13.50
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Marco Preti ad Cribis D&B
Marco Preti ad Cribis D&B

Diminuiscono i ritardi gravi nei pagamenti delle imprese italiane. Rispetto ad un anno fa, i pagamenti oltre i 30 giorni di ritardo, uno dei principali indicatori dello stato di salute delle imprese, sono infatti calati del 12,1%. Un buon segnale per il nostro sistema imprenditoriale italiano, che evidenzia una minor difficoltà delle imprese nel saldare le fatture ai fornitori. A diffondere i dati è lo Studio Pagamenti, aggiornato a fine marzo 2016, realizzato da Cribis D&B, la società del gruppo Crif specializzata nelle business information, che ha studiato i comportamenti di pagamento delle imprese italiane.

Il rapporto 2016 sarà presentato a Milano il prossimo 19 aprile, rappresenta l’appuntamento annuale organizzato da Cribis D&B, in cui i decision maker dell’area finanziaria e delle vendite condividono esperienze e si confrontano sui temi dei pagamenti commerciali, del working capital e del cash management.

Il 35,1% delle imprese paga alla scadenza, il 51,1% entro il mese di ritardo, il 13,8% la percentuale dei ritardi gravi. Una percentuale, quest’ultima, che ha raggiunto il suo minimo storico dal 2010 ad oggi, anche se rispetto proprio a 6 anni fa, è cresciuta del 150,9%.

Il sistema dei pagamenti commerciali delle imprese italiane è mutato radicalmente con il perdurare della crisi. E ad accusare maggiormente il colpo continuano ad essere le imprese che operano nel settore del commercio al dettaglio, punto finale di tutte le filiere industriali: solo un una impresa su quattro (24,9%) virtuosa, il 22% salda le fatture con oltre il mese di ritardo.

“In Italia -afferma Marco Preti, amministratore delegato di Cribis D&B-molti ritengono che nel 2015 si sia assistito a un cambiamento del clima di fiducia delle imprese. In effetti, dal nostro osservatorio 'Pagamenti: che cosa dicono le imprese', che viene somministrato tutti gli anni, emerge che per ben il 50,9% degli intervistati la situazione economica della propria azienda migliorerà nel 2016. Se, invece, si sposta l’attenzione alla situazione economica mondiale e nazionale, la percentuale scende al 25,4%".

"Le aziende italiane -fa notare- dopo anni di ristrutturazioni e ridefinizione di mercati, prodotti e obiettivi, sembrano quindi avere oggi più fiducia nelle proprie capacità, anche se non ancora nel contesto economico più generale. Le aziende hanno infatti affrontato la crisi concentrandosi soprattutto sulla ricerca di nuovi mercati e sulla ridefinizione delle strategie di gestione della clientela".

"Come Cribis D&B -avverte- possediamo un osservatorio privilegiato per valutare entrambi gli aspetti, essendo il leader in Italia sulle informazioni sulle aziende estere e fornendo informazioni e servizi per la gestione del credito e del portafoglio clienti. In particolare le aziende che hanno ottenuto le migliori performance sono quelle che hanno utilizzato la gestione del credito come uno dei parametri di segmentazione della clientela, in sinergia con le esigenze e gli obiettivi commerciali. La puntualità dei pagamenti è quindi diventata uno degli elementi chiave per ottimizzare i flussi di cassa e individuare i clienti da fidelizzare e su cui investire".

"Non stupisce che -sottolinea Preti- nella gestione del credito la priorità sia divenuto il monitoraggio costante della clientela, l’adozione di strategie per la riduzione degli insoluti e l’efficientamento delle procedure. Adesso, in questo clima di maggiore fiducia, le aziende devono continuare a investire nella gestione del credito per non disperdere il patrimonio di competenze e di risultati ottenuto. Oltre il 50% degli insoluti gravi continua a essere causato dai clienti storici e ben il 28% delle aziende ha visto le perdite sui crediti in aumento negli ultimi 12 mesi".

"I segnali di miglioramento -aggiunge- non devono quindi fare abbassare la guardia. A ciò si aggiunge, l’esigenza di continuare a considerare la capacità di generare cassa come uno degli obiettivi finanziari più importanti in quanto sarà sempre più complesso per le aziende finanziarsi a breve termine”.

Le imprese del nord est sono le più puntuali d’Italia nei pagamenti. Il 43,5% paga regolare, mentre i ritardi gravi sono solo l’8,1%. Situazione opposta per il sud e le isole, dove il 22,1% è virtuoso e ben il 23,2% ancora in forte difficoltà nel saldare i debiti con i fornitori. Bene anche il nord ovest (41,5% di pagamenti alla scadenza, 9% oltre il mese di ritardo), situazione intermedia per il centro Italia (31,1% di imprese puntuali, 16,4% i cattivi pagatori).

Entrando nel dettaglio delle singole Regioni invece è la Lombardia, per la prima volta dopo anni, ad aggiudicarsi il primo posto in fatto di puntualità con il 45,2% di imprese virtuose. Perde invece il suo primato l’Emilia Romagna, con il 44,9%. A seguire per completare le prime cinque posizioni il Veneto (44,3%), il Friuli Venezia Giulia (43,8%) e la Valle D’Aosta (39,1%). In fondo alla classifica troviamo la Sicilia con solo il 18,7% di pagamenti regolari contro un 25,1% di gravi ritardi. Male anche Calabria (20,6%) e Campania (20,8%) e Sardegna (22,2%).

Sondrio si conferma ancora una volta la Provincia più puntuale d’Italia. Seguono Bergamo, Lecco, Belluno, Brescia, Trento, Como, Cremona, Mantova, Vicenza. Le imprese di Caserta sono invece le meno puntuali del Paese, seguite da quelle di Reggio Calabria, Palermo e Napoli.

Il comparto dei servizi finanziari è quello che gode di miglior salute con una quota del 45% di performance virtuose, a fronte di un 9,8% di ritardi gravi. Bene anche i l’edilizia (39,4% di imprese puntuali, 11,6% di ritardi gravi). Lo studio di Cribis D&B anche nel 2016 mette in evidenza le grandi difficoltà del commercio al dettaglio, che rischiano di condizionare l’andamento di tutte le filiere produttive a monte.

Appena il 24,9% delle imprese appartenenti al comparto risulta puntuale, a fronte di un 22% di ritardatari gravi. Un dato su tutti fa riflettere sulla crescita dei ritardi gravi, aumentati addirittura del 197,3% rispetto al 2010. Nel corso di questi ultimi 6 anni il settore che ha reagito meglio alla congiuntura economica è quello dei trasporti e della distribuzione, che ha visto crescere solo del 46,9% la percentuale dei cattivi pagatori.

L’analisi dei pagamenti per dimensione aziendale sottolinea la puntualità nei pagamenti delle micro realtà, puntuali nel 36,2% dei casi. Puntuali si, ma spesso anche in difficoltà nell’onorare gli impegni concordati con i fornitori. Il 15,1% infatti paga con ritardo, allungando i tempi oltre il mese. Inoltre le micro imprese dal 2010 ad oggi hanno visto crescere la quota dei pagamenti oltre i trenta giorni del 160,3%. Situazione opposta per le grandi realtà. Virtuose solo nel 14,4% dei casi, ma raramente saldano i debiti con grande ritardo, solo nel 7,2% dei casi. Per questa categoria di imprese negli ultimi 6 anni la voce ritardi gravi nei pagamenti è addirittura diminuita del 10%. Situazione intermedia infine per le Pmi, che registrano percentuali di ritardi gravi pari all’8,6%, mentre i pagamenti regolari si attestano al 34,4%.

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