I dati su contrattazione e cig e sugli effetti delle tutele crescenti
Negli anni della crisi economica che vanno dal 2009 al 2014, il tasso di occupazione italiano ha fatto registrare una riduzione di 2 punti mentre il tasso di occupazione straniero è calato di 6 punti nello stesso periodo di tempo. La crisi occupazionale è stata quindi principalmente a carico della componente straniera. E' il dato che emerge dalla ricerca condotta dall’osservatorio statistico dei consulenti del lavoro e presentata in occasione del Festival del lavoro in corso a Roma.
Nelle regioni del Nord, spiega l'indagine, la crisi occupazionale ha riguardato in modo molto severo la componente straniera che è passata dal 68% di occupati del 2008 al 59% del 2014 (meno 9 punti percentuali). Caso analogo si ravvisa nelle regioni del Centro, in cui il calo del tasso di occupazione straniera ha fatto registrare nello stesso periodo una diminuzione di 7 punti percentuali.
Nel Mezzogiorno gli stranieri, principalmente legati ai settori agricoli e all’edilizia, hanno un tasso di occupazione di almeno 10 punti superiore a quello dei cittadini italiani. I bassi livelli della quota di occupati italiani hanno fatto registrare ulteriori arretramenti passando dal 46% del 2008 al 41% nel 2014 (meno 5 punti percentuali).
Il tasso di occupazione straniero ha visto una diminuzione del 4% in un solo anno (fra il 2012 e il 2013). Gli occupati stranieri sono impiegati in professioni non richieste dai lavoratori italiani. Circa il 25% degli stranieri è occupato nei servizi domestici (14,7%) e nei servizi personali come professionista qualificato (11,2%).