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Ict: non solo informazioni, con web e social studenti aumentano produttività

09 agosto 2016 | 18.16
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Ict: non solo informazioni, con web e social studenti aumentano produttività

L’utilizzo di Internet e dei social media è per gli studenti soprattutto un mezzo per essere costantemente informati su cosa succede attorno (41%), per esplorare il mondo (36%), ma anche per aumentare la propria produttività (33%). Oltre il 60% utilizza più di un social network e più di una chat, con il primato di Facebook per quanto riguarda i social network e di Whatsapp per quanto riguarda le chat.

E' uno dei risultati che emerge dalla ricerca 'Il futuro è oggi: sei pronto?', condotta da University2Business, società del Gruppo Digital360, per analizzare la preparazione degli studenti universitari italiani sull’innovazione digitale e sull’imprenditorialità dal punto di vista sia teorico (conoscenze) che pratico (azioni concrete).

Cinque gli ambiti principali approfonditi nello studio: l’utilizzo di Internet e dei principali strumenti social; l’esperienza progettuale concreta nel mondo digitale, ovvero se e quanto hanno sviluppato progetti digitali; le conoscenze teoriche sull’innovazione digitale applicata al business; le competenze di sviluppo software; l’approccio imprenditoriale, teorico (solo conoscenze) e pragmatico (concrete esperienze imprenditoriali).

Se si considera l'esperienza nei programmi digitali, emerge che uno studente universitario su cinque ha esperienza in progetti Internet, ma nel 70% dei casi con risultati modesti in termini di audience e traffico. Nel dettaglio, il 13% degli studenti ha un proprio blog o un sito, ma solo uno su due aggiorna i contenuti almeno una volta alla settimana; il 23% degli studenti gestisce una pagina Facebook oltre al profilo personale, ma oltre la metà lo fa solo per divertimento o per parlare con gli amici.

Ancora, il 17% ha un canale YouTube, ma solo il 20% lo aggiorna almeno una volta alla settimana; il 36% ha usato almeno una volta Internet per vendere qualcosa di proprio, ma solo uno su dieci lo ha fatto attraverso il proprio sito.

Non ci sono particolari differenze tra indirizzo universitario e genere, ad eccezione di YouTube: la gestione di un canale personale è un fenomeno soprattutto maschile e particolarmente diffuso tra gli studenti di informatica (ha un canale YouTube il 25% dei ragazzi rispetto al 10% delle ragazze, il 39% degli informatici rispetto una media del 17% delle altre facoltà).

Alla domanda su cosa significhino concetti chiave dell’attuale business digitale come 'mobile advertising', 'cloud', 'fatturazione elettronica' o 'big data', in media solo uno studente su quattro è in grado di dare la definizione giusta.

Le percentuali, però, sono abbastanza diverse, dal 12% della definizione di 'cloud' al 38% della definizione di 'mobile advertising'. Se si considerano corrette anche le risposte con solo parziale o approssimativa definizione del concetto, la percentuale con discreta conoscenza della teoria sale a quasi il 50%.

Non si rilevano grandi differenze tra le facoltà, fatta eccezione per gli informatici che risultano più preparati sulle definizioni di 'cloud' e 'big data'. Dal punto di vista del genere, le ragazze sembrano meno preparate dei ragazzi (in media due punti percentuali in meno di risposte esatte e circa 10 punti percentuali in più nella risposta 'non ne ho idea').

Quanto alle competenze di sviluppo software, quasi uno studente su tre ne ha capito l’importanza per il suo futuro, tanto da voler imparare al di là dell’offerta formativa universitaria: il 10% degli studenti sa già sviluppare e oltre il 20% sta imparando a farlo. Di questi ultimi, quasi la metà lo fa autonomamente e non all’università. Questa consapevolezza - pur con l'ovvia eccezione degli informatici che mostrano percentuali ben superiori - è trasversale rispetto al tipo di università frequentata.

Il 20% degli studenti che sa sviluppare non ha ancora realizzato nessun prodotto software finito. Tra chi l'ha già realizzato, invece, il 28% dichiara di avere sviluppato siti web, il 16% videogame e il 13% applicazioni mobile. Il linguaggio di programmazione più conosciuto è Java (58%), seguito da Html (42%) e da Sql (21%). Quasi il 60% di chi sviluppa conosce un solo linguaggio di programmazione e solo il 18% ne conosce almeno tre.

Per quanto le applicazioni mobile, le piattaforme più utilizzate sono Android (45%) e iOS (34%), ma sono diffuse anche Html5 e Windows mobile (entrambe oltre il 20%). Sebbene quasi la metà di chi sviluppa (il 43%) lo faccia solo per divertimento, l’altra metà sviluppa per realizzare la propria idea di business o per aiutare un amico a farlo.

E si sta diffondendo in Italia il desiderio di conoscere come fare impresa, tanto da spingere gli studenti a frequentare corsi di imprenditorialità anche al di fuori del contesto universitario. Un fenomeno trasversale alle facoltà frequentate, a dimostrazione del fatto che la differenza la fa la 'testa' dei ragazzi e la loro presa di consapevolezza.

Oltre il 60% degli studenti è in grado di dare la definizione corretta di startup e quasi il 90% tenta almeno di fornire una classifica dei principali fattori che stanno alla base del successo di una nuova impresa: i tre elementi considerati più importanti sono 'il team della startup', 'l’idea iniziale' e 'il gradimento del mercato', seguiti dalla possibilità di 'trovare un finanziatore'.

Quasi il 40% degli studenti dichiara di aver avuto almeno un’idea di business e, di questi, il 10% ha già avviato un’attività imprenditoriale e un ulteriore 10% sta cercando di farlo. Anche in questo caso, dopo economisti e informatici (che hanno avuto un’idea di business nel 50% e 48% dei casi), si tratta di un fenomeno trasversale con percentuali che oscillano tra il 34% e il 39%. Emerge, però, una sensibile differenza di genere: solo il 28% delle ragazze dichiara di aver avuto un’idea di business, contro il 51% dei colleghi maschi.

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