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Lavoro: Randstad, 72% addetti Centro Italia disposto a smart working

29 settembre 2016 | 18.08
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Lavoro: Randstad, 72% addetti Centro Italia disposto a smart working

Il 72% dei lavoratori del Centro Italia sarebbe disposto a lavorare a distanza, almeno occasionalmente. Fra questi, se il 41% del campione preferirebbe farlo appunto solo ogni tanto, il 20% opterebbe per lo ‘smart working’ un numero fisso di giorni alla settimana e l’11% addirittura sempre. Solo il 27% preferirebbe restare in ufficio. E’ quanto emerge dall’indagine condotta da Randstad, secondo player al mondo nei servizi per le risorse umane, in occasione dell’assegnazione del Regional Randstad Award Centro, che ha approfondito anche il tema della flessibilità e dello smart working tra i lavoratori di questa area del paese.

Quasi metà degli intervistati (il 49%) preferirebbe lavorare con un orario diverso ogni giorno: il 15% più ore al giorno ma per meno giorni alla settimana, l’8% più giorni una certa settimana e meno quella successiva. Soltanto il 27% degli intervistati resta affezionato alla settimana di lavoro standard.

Circa la metà degli intervistati (il 47%) è soddisfatta del proprio attuale orario di lavoro, mentre il 43% è disposto a lavorare di più a fronte di una retribuzione maggiore. Solo il 2% accetterebbe di lavorare di più senza ricevere un aumento, mentre l’8% considererebbe una riduzione dello stipendio se accompagnata da una diminuzione dell’orario di lavoro.

La prospettiva di un aumento o di una riduzione della retribuzione si conferma in cima ai pensieri: un maggiore stipendio (87%) è il principale motivo che spinge a lavorare di più, seguito a distanza dalle opportunità di carriera (36%), di sviluppo personale (25%) e da una maggiore influenza all’interno dell’ambiente di lavoro (14%). Solo una piccola parte aumenterebbe le ore di lavoro per migliorare la propria autostima (11%) e per fuggire dalla routine domestica (4%).

Invece, le principali motivazioni per diminuire l’orario di lavoro sono il bisogno di ridurre lo stress e di avere più tempo a disposizione per dedicarsi alle proprie passioni o alla famiglia.

Nel dettaglio, il 75% dei lavoratori lo farebbe per avere più tempo libero in generale, mentre il 69% per condurre una vita più sana e meno stressante. Segue un 42% che sfrutterebbe un minore impegno lavorativo per dedicarsi allo sport e coltivare un hobby e un 41% che trascorrerebbe più tempo con i figli.

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