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Banche: studio, politica tagli è palliativo, agire su generazione ricavi

12 dicembre 2016 | 12.58
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Maurizio Primanni ceo di Excellence Consulting
Maurizio Primanni ceo di Excellence Consulting

"La politica dei tagli di filiali bancarie e dipendenti è un palliativo, bisogna agire sulla capacità di generare ricavi". E' quanto emerge da uno studio di Excellence Consulting, società di consulenza con focus sul settore bancario, assicurativo e del risparmio gestito, che ha analizzato gli effetti della tendenza del sistema italiano a contenere i costi attraverso la chiusura delle filiali. In particolare, con riferimento ai dati al 30 giugno 2016, sono state valutate le implicazioni di tale politica gestionale sui risultati economici delle prime cinque banche italiane in rapporto alle prime cinque tedesche e americane.

"L’argomento -spiega lo studio- è di stretta attualità: gli ultimi piani industriali presentati sono stati quelli di Mps, oggetto di un difficile salvataggio, e Bnl. Entrambe hanno annunciato di voler rinunciare rispettivamente a 500 e 100 sportelli e 2.500 e 700 dipendenti (25% del totale per Mps, 10% per Bnl). Essi si aggiungono a quelli di molte altre banche italiane rilasciati nell’ultimo biennio, dove la razionalizzazione della rete filiali è una delle leve chiave per migliorare i risultati economici nel breve termine".

"Se tagliassero 6.000 filiali e 60.000 dipendenti -avverte lo studio- per conformarsi alla media Ue di 40 sportelli ogni 100.000 abitanti, le banche italiane avrebbero un risparmio di circa 4,5-5 miliardi di costi del lavoro e beneficerebbero di 14-15.000 euro di maggiori redditi netti all’anno per dipendente".

Così facendo "la redditività netta per dipendente risulterebbe superiore a quella delle banche tedesche, tuttavia si manterrebbe un significativo gap di competitività rispetto alle banche più efficienti, per esempio quelle americane. Per rilanciare il nostro sistema bancario è necessario anche intervenire sui ricavi, sia sviluppando la capacità di generare margini attraverso l’attività caratteristica di intermediazione del denaro, possibile solo a seguito di un’evoluzione delle scelte di politica monetaria della Bce sia migliorando la capacità di ideare e mettere sul mercato nuovi prodotti e servizi a valore aggiunto per la clientela".

In Italia "al momento le banche operano attraverso circa 30.000 filiali, grazie alle quali sono occupate oltre 300.000 dipendenti. Ciò corrisponde a una diffusione eccessiva per il nostro paese, 50 sportelli ogni 100.000 abitanti rispetto ai 40 della media Ue. Per adeguarci a tale media, le filiali a cui rinunciare sarebbero circa 6.000, pari ad un esubero di 60.000 dipendenti".

Lo studio di Excellence Consulting confronta tali dati con alcuni indicatori di redditività delle prime cinque banche Usa (Jp Morgan, Wells Fargo, Bank of America, Citigroup, Goldman Sachs), tedesche (Deutsche Bank, Commerzbank, DZ Bank, KfW, Landesbank Baden-Wurttenberg) e italiane (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Ubi, Banco popolare).

“In Italia -afferma Maurizio Primanni, ceo di Excellence Consulting- assistiamo a una rincorsa al taglio di filiali e dipendenti in favore della gestione dei clienti attraverso i canali digitali. Ciò determina un innegabile risparmio nel breve termine".

"Il nostro studio -sottolinea- dimostra tuttavia che ciò non basta. Bisogna intervenire anche sulla capacità di generare ricavi per dipendente, sia disegnando e offrendo nuovi prodotti e servizi, sia aumentando la produttività commerciale".

"Sarà fondamentale avere -auspica Primanni- buone competenze di marketing e sviluppo commerciale, competenze che l’uso della tecnologia rende sempre più sofisticate e rare. Se le nostre banche non sapranno rinnovare le loro organizzazioni con competenze fresche di marketing digitale, analisi dei big data, product-service design evoluto, potremmo dovere essere costretti a reperirle dall’estero”.

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