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Lavoro: Adecco, Italia al 40° posto nel mondo per attrattività talenti

19 gennaio 2017 | 12.16
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Lavoro: Adecco, Italia al 40° posto nel mondo per attrattività talenti

L’Italia è il 40° Paese nel mondo per capacità di attrarre talenti, superata anche da Costa Rica e le Barbados. La classifica internazionale Gtci, Global Talent Competitvness Index, realizzata da Adecco Group su un panel di 118 Paesi, ha dipinto per l’Italia una situazione che la vede sempre più lontana dalle posizioni dei diretti competitor europei. Elementi positivi provengono, però, dal ranking dedicato alle città più attrattive: l’Italia può infatti annoverare Bologna (26° e prima tra le italiane), Milano (31°) e Torino (35°) tra le 50 città del mondo che hanno la capacità di attrarre professionisti e giovani risorse.

I tre Paesi più attrattivi a livello mondiale, secondo l’indice Gtci 2017, risultano la Svizzera che si posiziona prima, Singapore (seconda) e, confermata nelle posizioni di vertice nonostante Brexit, anche Uk (terza). Il primo paese europeo che si può incontrare in classifica è il Lussemburgo che si attesta alla settima posizione, seguito da Danimarca, Finlandia, Norvegia, Olanda e Irlanda (rispettivamente 8°, 9°, 10°, 11° e 12°). La Germania è 17°, la Francia 24° e la Spagna 35°, mentre l’Italia, al 40° posto, risulta solo di poco più attrattiva della vicina Grecia (43°).

“L’Italia - commenta Andrea Malacrida, amministratore delegato del Gruppo Adecco in Italia - si conferma anche quest’anno intorno alla quarantesima posizione. Un dato che deve fare riflettere in particolare sulla capacità del Paese di creare strumenti funzionali allo sviluppo e alla competitività del nostro sistema economico. Essere un paese attrattivo - continua Malacrida - vuole dire coniugare aspetti legati alla qualità della vita con una forza economica positiva e una visione di lungo periodo, elementi che l’Italia deve sviluppare in modo univoco e coerente in tutte le zone del Paese".

Copenhagen, Zurigo e Helsinki sono le tre città del mondo più attrattive per i talenti, seguite, fino alla decima posizione, da San Francisco, Gothenburg, Madrid, Parigi, Eindhoven, Los Angeles e Dublino. La prima delle italiane è Bologna che si attesta alla 26° posizione, prima di Milano, 31°, e Torino che, alla 35° posizione, precede importanti punti di riferimento del business internazionale come Dubai (36°) o Shanghai (37°). “Un importante risultato dell’edizione 2017 del Gtci - dichiara Andrea Malacrida - è l’evidenza che anche le città più piccole, e non solo le grandi metropoli o capitali, hanno la capacità di innovare e di creare le condizioni necessarie per essere attrattive dal punto di vista degli investimenti e della scelta professionale e di vita di tanti".

"Bologna, prima in Italia e tra le prime trenta nel mondo, ne è esempio concreto - conclude Malacrida - certamente grazie alla vitalità economica che la contraddistingue, sinonimo di un territorio fertile per la nascita di start up anche supportate da un’Università di grande tradizione. Anche Milano e Torino risultano tra le città più attrattive a livello globale grazie a un’applicazione virtuosa della tecnologia e investimenti indirizzati alla crescita”.

Per Alain Dehaze, amministratore delegato del Gruppo Adecco, “il nostro modo di vivere e lavorare sta subendo grandi mutamenti in funzione in particolare dei progressi tecnologici: un cambiamento di grande impatto che necessita di un’azione riformatrice da parte delle istituzioni nazionali con l’obiettivo di aggiornare e allineare le competenze delle persone con il quadro tecnico e innovativo attuale".

"I lavoratori stessi - aggiunge Dehaze - possono, a oggi, aumentare la propria occupabilità attraverso una formazione permanente così come i datori di lavoro possono, attraverso il sostegno delle istituzioni a politiche di flessibilità, rispondere alle sfide del mercato in un’ottica di positiva collaborazione tra imprese e pubblico”

Da parte sua, Paul Evans, Chair Professor of Human Resources and Organisational Development, Emeritus, at Insead, and Academic Director and co-editor of the Global Talent Competitiveness Index, sottolinea: “Il modello di lavoro classico viene sostituito da algoritmi e macchine, un elemento che crea nuove opportunità di connessione e innovazione".

"Il nostro sistema scolastico, però, che fa in molti casi riferimento a modelli di lavoro passati, prepara i nostri figli per il lavoro classico piuttosto che per la creatività, non favorendo una mentalità di apprendimento necessaria in un mondo in cui le persone avranno molteplici carriere durante le loro vite", conclude.

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