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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

10 febbraio 2017 | 11.27
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"La prima cosa da notare è come il Papa abbia la fiducia di parlare a tutti di questa corrispondenza privata con San Giuseppe. Una testimonianza di fede limpida, abbandonata in Dio e nell' aiuto dei santi". L'arcivescovo teologo Bruno Forte, voluto da Francesco come segretario speciale degli ultimi sinodi, dice al corriere della Sera: "Credo che questo aiuti a leggere tutto il resto". "Il Successore di Pietro si trova di fronte i marosi della Chiesa e del villaggio globale. Solo un uomo così, che ha questa fede, può testimoniare una simile serenità e parlare con tanta forza della riforma da fare. Francesco ci dice tre cose: non fuggire mai davanti alle sfide della storia; non chiudere mai gli occhi davanti al male, anche il male che è nella Chiesa; e restare sempre con lo sguardo puntato verso Cristo, con fiducia totale nella fedeltà di Dio".

"Mettiamola così. L'anno scorso abbiamo recuperato all' evasione la stessa cifra del 2015, 15 miliardi di euro, e poi, in più, abbiamo fatto 450 mila atti di accertamento straordinari, che hanno portato altri 4 miliardi". Il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, parla con il Corriere della Sera e difende il nuovo record degli incassi nella lotta all' evasione. Guai a chi le dice che c' era la voluntary disclosure straordinaria. "Certo. E ha avuto anche un gran successo. Ma non è stato un caso. Ci è costata una fatica immane: abbiamo esaminato 129 mila istanze, prodotto 344 mila accertamenti, notificato 125 mila sanzioni. Però i risultati si sono visti: abbiamo incassato 500 milioni in più del previsto, e i conti non sono definitivi. Abbiamo replicato l' incasso del 2015, lavorato di più, ed eravamo di meno".

"Finché nel nostro Paese non verrà contrastata in modo serio la sottocultura del lavoro nero e della precarietà, temo che i progressi compiuti sulla sicurezza e la salute dei lavoratori saranno solo estemporanei, e che verranno seguiti da altrettanti passi indietro. Il che del resto sta già avvenendo con la ripresa degli infortuni sul lavoro". Lo dice Susanna Camusso, leader della Cgil, a La Repubblica parlando dei 637 mila incidenti avvenuti sul posto di lavoro nel 2016 e gli oltre mille morti che "rappresentano una delle grandi emergenze nazionali. L' altra è il femminicidio". Quei dati, tuttavia, sottostimano il fenomeno perché escludono i non iscritti all' Inail e i lavoratori in nero. Non è uno scandalo che non si raccolgano tutti i dati? Che si continui a tollerare una strage nascosta? "Sì, è assurdo un sistema che esclude dalle statistiche tutta una serie di categorie non iscritte all' Inail. Gli esempi più clamorosi: quelli dei vigili del fuoco e dei poliziotti, che lavorano costantemente a contatto con il pericolo. Mi viene in mente l' artificiere di Firenze che ha perso una mano e l' uso di un occhio. Non si vede perché tutti questi lavoratori non possano essere assicurati dall'Inail".

Il fisco amico funziona, anche nella riscossione. Lo dice al Messaggero Ernesto Maria Ruffini, amministratore delegato di Equitalia, soddisfatto del contributo della sua società al risultato record nella lotta all' evasione: soprattutto per le modalità con cui queste risorse sono state ottenute. "Tra pochi giorni avremo i dati complessivi, per quanto riguarda il solo recupero a fianco dell'Agenzia delle Entrate siamo oltre 4,6 miliardi, con un incremento sul 2015 che sfiora il 10 per cento. In due anni, tra il 2014 e 2016, il miglioramento è di 700 milioni. È una progressione costante dietro la quale ci sono sicuramente i provvedimenti voluti dal governo in questi ultimi tre anni, perché noi attuiamo le norme di legge. Ma c' è anche la professionalità dei dipendenti di Equitalia e ci sono i nostri progetti che puntano ad invertire il rapporto con i cittadini, a riscuotere fiducia prima ancora che tasse e cartelle. Siamo sulla buona strada, anche se sarà ancora lunga. Abbiamo tagliato la burocrazia, cambiato il linguaggio della modulistica, potenziato il sito web che ora ha raggiunto un milione di accessi al mese. Al servizio sms hanno aderito 30 mila cittadini e ora si presentano allo sportello con il telefono, per chiedere di mettersi in regola. Poi c' è Cartella amica grazie alla quale sotto i 60 mila euro di importo le somme dovute arrivano già rateizzate. E fanno meno paura".

Pranzare con 5 o 7 euro, soprattutto in una grande città, è praticamente impossibile. Anche per questo nasce la proposta di regolamento del Ministero dello Sviluppo Economico che disciplina il buono pasto. Quanti se ne potranno staccare, o scaricare se elettronici? Oggi è vietato cumularli, ma cosa accadrà in futuro? Libero lo ha chiesto a Emmanuele Massagli, presidente di Anseb - l' associazione delle società emettitrici di buoni pasto - e a capo anche della neonata Associazione Italia welfare aziendale (Aiwa), che riunisce i primi operatori nei servizi in questo campo. Massagli premette: "Il welfare aziendale inteso in senso moderno è l' insieme di beni e servizi di natura sociale erogati al dipendente: il buono pasto dovrebbe essere teoricamente un diritto per chi lavora otto ore. In Italia invece è considerato un benefit, diversamente da quanto accade in altri Paesi".

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