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Marche: Confindustria, al via primo digital innovation hub sul territorio

15 marzo 2017 | 10.05
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Marche: Confindustria, al via primo digital innovation hub sul territorio

Confindustria Marche si fa promotrice della costituzione del primo digital innovation hub (dih) nelle Marche. E' stato, infatti, siglato il protocollo d’intesa nella sede di Angelini spa ad Ancona a margine del convegno promosso da Intesa Sanpaolo e Piccola Industria di Confindustria. Firmatari del Protocollo: Confindustria Marche (Bruno Bucciarelli), Università Politecnica delle Marche: (rettore Sauro Longhi) Università di Camerino (Flavio Corradini), Meccano (Letizia Urbani), Cosmob (Alessio Gnaccarini).

Rivolgendosi a un dih le imprese potranno utilizzare i servizi loro dedicati per: rivedere i propri modelli di business; introdurre-utilizzare tecnologie industria 4.0 in fabbrica; sviluppare progetti di trasformazione industriale; accedere all’ecosistema dell’innovazione presente sul territorio (regionale, nazionale ed europeo) e ai competence center nazionali; instaurare nuove collaborazioni con le imprese appartenenti alla rete associativa.

Il presidente di Confindustria Marche, Bruno Bucciarelli, sottolinea che “la forza di un dih sta nella creazione di una rete, di un network con tutti gli attori territoriali dell’innovazione: associazioni di categoria, università, competence center, cluster, testlab-centri di player industriali-servizi ict, centri di ricerca; parchi scientifici e poli tecnologici, incubatori di start-up, fablab, investitori, enti locali. E attraverso questo network erogare servizi alle imprese".

“La trasformazione digitale delle imprese -ha dichiarato Diego Mingarelli, presidente Piccola Industria Marche- è una grande opportunità per le nostre imprese e in particolar modo per le Marche. Siamo la seconda regione manifatturiera d’Italia, che a sua volta è il secondo Paese manifatturiero in Europa, ma le nostre imprese oggi sono ancora fragili: basti pensare che tra le nostre aziende sotto i 50 dipendenti il 90% sono a bassa digitalizzazione".

"Si tratta -ha ricordato- di un cambiamento epocale, non solo strutturale ma anche culturale. Affinché l’obiettivo della digitalizzazione venga raggiunto è necessario introdurre una cultura nuova in tutti coloro che sono parte di questo processo. Plaudo al ministro Calenda che ha voluto inserire nel piano Industria 4.0 la creazione di uno strumento come quello del dih che giocherà un ruolo chiave in questo processo perché rappresenta la vera porta di accesso per le imprese al mondo di Industria 4.0".

"Una bella sfida -ha aggiunto Mingarelli- particolarmente adatta al nostro territorio, che esprime un tessuto di piccole imprese caratterizzate da quella attitudine tutta italiana di sposare una capacità sartoriale con una grande flessibilità produttiva, il gusto e la creatività con la ricerca della qualità e dell’eccellenza. Per non dire che il digitale apre una finestra su due miliardi di nuovi potenziali consumatori”.

Sauro Longhi, rettore della Politecnica delle Marche, ha affermato che "le tecnologie abilitanti che sono alla base di industria 4.0 sono pronte, affidabili e di facile usabilità, pronte per essere integrate nei processi produttivi" e ha spronato le aziende ad "investire di più sul capitale umano", mentre Flavio Corradini, rettore dell’università di Camerino, ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra università e imprese, soprattutto piccole: "Chi, come noi, ha un ruolo di responsabilità nella formazione non può far finta di non sapere che oltre il 90% del lavoro nel nostro paese è generato da pmi. Mettiamo le nostre competenze e conoscenze a disposizione per consentire al nostro territorio di dar valore alle sue vocazioni".

Un assist sul tema della digitalizzazione è arrivato anche dall’assessore regionale alle Attività Produttive, Manuela Bora, che ha definito industria 4.0 “l’occasione per fare quel salto di qualità che valorizza le eccellenze del territorio: la legge regionale non sarà perfetta ma credo che le risorse a disposizione e la facilità di erogazione die fondi possano rappresentare un grande aiuto all’innovazione delle imprese”.

Fabrizio Luciani, presidente della Consulta del Servizi Innovativi di Confindustria Marche, spiegando che “la trasformazione digitale non è solo acquisizione di tecnologie ma necessita una modifica del modello di business attraverso i dati”, ha infine manifestato il suo appoggio alla creazione di un dih nella Marche, che sono state vincitrici del bando europeo insieme ad altri quattro territori, Piemonte, Lazio, Puglia, Parma. Pensiamo a un dih che sia sostenibile economicamente, improntato all'open innovation, valorizzando al massimo quello che già c’è e creando relazioni che oggi non sono così forti e sistematiche tra gli attori”.

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