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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

28 marzo 2017 | 11.00
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Popolari" e non populisti. Per avere non meno ma "più Europa". Lo chiede con Avvenire Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze greco protagonista nel 2015 del duro braccio di ferro con la Troika che lo portò (dopo la rottura anche con il premier Tsipras) alle dimissioni. "I leader hanno sempre l' abilità di presentare una sconfitta come un grande passo avanti. È così anche per il 60° dei Trattati di Roma: una celebrazione in apparenza felice, che cela lo stato di disintegrazione dell' Unione. Dove l'unico risultato reale pare l' affermazione di un''Europa sociale', presente nel testo ma non declinata in proposte concrete", dice, perché i leader "non hanno la minima idea di cosa si debba fare per creare una Ue davvero unita".

"La situazione dell'economia italiana non appare brillante. Negli ultimi mesi lo spread è cresciuto di circa 80 punti base; la crescita rimane stentata, e la performance dell' Italia continua ad occupare l' ultimo posto tra i principali Paesi europei". Lo scrive sul Sole 24 Ore l'ex ministro Vincenzo Visco che aggiunge: "In sostanza il governo Gentiloni sembra muoversi in continuità col governo Renzi: la riduzione delle "tasse" va perseguita comunque, anche a costo di aumentare il disavanzo pubblico". Non solo. "Si continua con una politica dell' offerta in una situazione di drammatica carenza di domanda. Dal lato della spesa si pensa di rilanciare la spending review , il che sarebbe positivo", dice Visco ma "la revisione della spesa in Italia richiederebbe l' elaborazione di veri e propri piani industriali settore per settore, e quindi riforme strutturali del funzionamento di ogni singolo organismo del settore pubblico". "Ciò richiederebbe tempo e studio, mentre l' approccio che è stato seguito è quello di riformare nel complesso la Pa secondo un approccio già sperimentato in passato e sempre fallito, e di operare tagli più o meno giustificati".

"La moneta fiscale in sé non è un'assurdità né una pensata estemporanea. Ci sono condizioni in cui può funzionare. Solo che oggi servirebbero per introdurla a livello nazionale talmente tante condizioni di base, e tutte insieme, che non è realistico attivarla". Lo dice a La Repubblica Brunello Rosa, capo economista della società di ricerca indipendente MacroGeo di Londra. "Introdurre la moneta fiscale potrebbe lanciare il segnale che l' Italia non ha più niente da perdere nella partita dell' euro, insomma è pronta a lasciare la moneta comune. E questo lo trovo inaccettabile".

In Italia ridurre il numero delle società partecipate è impossibile. Lo dice a La Repubblica Come mai? "Ha ragione Perotti, l' ex commissario alla spending review", risponde il governatore del Veneto Luca Zaia. "Non esistono strumenti giuridici per essere operativi". C' è il decreto Madia. "Scritto da burocrati e per i burocrati. Noi amministratori abbiamo le scarpe sporche di cantiere tutto il giorno. Una legge per essere utile deve sburocratizzare, deve andare al sodo. La Madia non lo fa. Mette solo dei parametri", afferma.

"Io a dire il vero non vedo queste contrapposizioni tra ministri tecnici e Pd. Vado tutti i giorni al ministero, dove lavoriamo per mettere a punto il Def e se ci fossero queste tensioni di cui parlate mi troverei in difficoltà . Invece stiamo preparando un Documento di economia e finanza importante, per rafforzare la crescita economica in un quadro di stabilità finanziaria. Un Def che, secondo me, anche se siamo alla fine della legislatura, non deve essere elettorale ma di respiro pluriennale». Lo dice il viceministro dell' Economia, Enrico Morando al Corriere della Sera. "Quanto alle privatizzazioni, l' anno scorso abbiamo fatto benissimo a sospenderle perché si sarebbero tradotte in una svendita. Ma ora con il miglioramento dei mercati le riprenderemo. Credo che si possa realizzare l' obiettivo di entrate annue pari allo 0,5% di Pil", spiega.

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