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Turismo: Business travel survey, crescono viaggi d’affari ma diminuiscono costi

27 luglio 2017 | 11.04
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Turismo: Business travel survey, crescono viaggi d’affari ma diminuiscono costi

Tendenza al ribasso dei prezzi medi del Business Travel Managed e continua compressione anche rispetto all’andamento dei prezzi medi dei trasporti, che è il settore di riferimento per i viaggi d'affari. A evidenziarlo le rilevazioni di Uvet sull’andamento dei prezzi medi per il Business Travel Managed, riferite al secondo trimestre 2017. Nello specifico, tra gennaio 2006 e giugno 2017, l'incremento medio dei prezzi nel sistema economico (inflazione) è stato del 21,4%, l'incremento medio dei prezzi nel settore trasporti è stato del 27,7%, mentre il Business Travel Managed ha registrato una dinamica contraria e il prezzo medio del servizio si è ridotto del 43,1%.

“Tradotto in numeri - spiega Luca Patanè, presidente del Gruppo Uvet - significa che, a parità di caratteristiche e condizioni di viaggio, quello che costava 100 euro nel 2006, oggi costa 56,9 euro, mentre se avesse seguito la media dei prezzi del settore dei trasporti sarebbe dovuto costare 127,7 euro (il 124% in più). Tale effetto va a tutto vantaggio delle imprese che, a prezzi inferiori, possono investire in attività di sviluppo e contatto con clienti, o potenziali clienti, alla ricerca di nuove opportunità di business anche a livello internazionale”.

Considerando l’ultimo triennio 2015-2017, le trasferte sono aumentate di 18 punti percentuali, mentre le spese solo di 7 punti. Lo stesso trend positivo ha registrato il 1° semestre 2017, che vede un aumento rilevante delle trasferte di 10 punti percentuali e un incremento nelle spese di viaggio di 5 punti percentuale. Oggi il costo medio di una trasferta di viaggio è di circa 200 euro, nel primo semestre 2015 era di 221 euro.

Il numero delle trasferte aeree nel corso dell’ultimo anno è cresciuto nel mercato domestico e nel mercato europeo, mentre è calato quello intercontinentale. Il segmento nazionale continua a essere affetto dalla concorrenza del trasporto ferroviario. Ciò ha comportato una riduzione delle spese di viaggio domestiche rispetto al numero di trasferte, indicando un abbassamento del prezzo medio del biglietto. Il segmento intercontinentale ha registrato invece una crescita di ben 44 euro rispetto al 2016.

Il 2017 conferma New York come la più importante destinazione del campione (6,2%), al secondo posto Dubai che diminuisce la propria quota (4% rispetto al 4,6% del 2016). Stabili i flussi verso Shangai e Hong Kong, in calo Sao Paulo e San Francisco. A livello europeo, la principale destinazione è rimasta Parigi, con oltre il 13,2% del totale dei viaggi d’affari effettuati in Europa, In calo Londra, Amsterdam e Francoforte A mostrare valori in crescita sono state Brussels (+0,3%) e Madrid (+0,2%). Stabile Monaco.

Nel segmento nazionale, Milano è la principale destinazione dei viaggiatori d’affari delle imprese del campione: il 35% dei clienti ha favorito gli scali di Linate e Malpensa. Roma evidenzia un calo di quasi tre punti percentuali da 31,1 a 28,4%. Lo scalo di Napoli rimane il favorito tra le altre destinazioni nazionali (5,3%). Bari, Torino, Venezia e Palermo sono le destinazioni che evidenziano un incremento dei loro valori, in calo Catania, stabile Genova.

Crescono le trasferte ferroviarie e il 2017 vede un leggero calo del costo medio del biglietto ferroviario pari a un euro (da 48 nel primo semestre 2016 a 47 euro attuali). Dal calcolo della variazione triennale, invece, si evince una sostanziale stabilità dei prezzi: nel 2015 il prezzo medio era infatti di 49 euro. Dal 2014 abbiamo assistito a un cambiamento delle abitudini di chi viaggia per affari grazie all’alta velocità che ha ridotto il tempo di trasferta tra Roma e Milano. Il 2015 ha visto il previsto sorpasso del treno sull’aereo: dal 1° semestre 2015 il mezzo preferito è stato il treno con una quota pari al 55% sul totale. Rispetto al 2015, nel 2017 il treno ha guadagnato ulteriori 5 punti percentuali.

L’hôtellerie ha evidenziato nel 2017 un aumento della spesa sul territorio nazionale con una quota superiore al 60%del totale. Il segmento europeo ha visto un calo della sua quota di mercato di oltre 2 punti percentuali rispetto al 2016, mentre crescono le spese alberghiere intercontinentali. Con una crescita del costo medio di 7 punti percentuali, New York rimane la città nella quale il pernottamento ha un costo maggiore. Crescono i prezzi di Shangai, Hong Kong, Singapore e San Paolo. In calo solo Dubai. Nel 2017 in Europa, Londra rimane la città più cara, seguita da Parigi mentre la più economica si conferma Madrid seppur in crescita. Francoforte percentualmente registra il calo più vistoso con 10 punti percentuali.

Negli ultimi 12 mesi, le città in cui è più caro pernottare risultano Firenze e Milano. Milano però aumenta il costo rispetto al 2016, mentre Firenze ha un lieve calo. Per Roma e Napoli il prezzo rimane sostanzialmente invariato. Genova rimane la città più economica, registrando un calo del prezzo medio di 5 euro. E le stime dell’Uvet Travel Index, che si basano su un modello econometrico che utilizza i dati unici e proprietari di Uvet sul business travel managed, stimano sul secondo trimestre 2017 un aumento dello 0,28% del Pil rispetto al primo trimestre del 2017.

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