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Tabacco, in Italia il contrabbando brucia un miliardo

19 gennaio 2018 | 16.43
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Tabacco, in Italia il contrabbando brucia un miliardo

Corruzione e accettabilità sociale. Sono questi i fattori che alimentano il commercio illegale del tabacco. E' il dato emerso dall'indagine resa nota oggi, a Roma, in occasione di 'Tobacco Road', la due giorni organizzata dall'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare con l'Olaf, European anti-fraud office. (VIDEO)

“Abbiamo realizzato uno studio - ha spiegato Aurora Ganz, ricercatrice Rusi- a livello europeo sul collegamento tra criminalità organizzata e traffici illeciti: tabacco, alcool e farmaci. In riferimento ai tabacchi, il caso italiano è abbastanza unico perché il contesto criminale in cui si svolge l'illecito dei tabacchi è molto peculiare".

"A differenza dei gruppi europei che si svolgono su base opportunistica, i gruppi criminali, soprattutto le mafie locali, in Italia sono ben strutturate e operano, a livello locale, in maniera cronicizzata. Questo ha favorito il traffico illecito, anche se assistiamo a un altissimo livello di accettabilità sociale del fenomeno, favorendo lo sviluppo di questo commercio. Un commercio che, pur non essendo affatto nuovo, non è da sottovalutare perché è una delle basi principali dei gruppi criminali italiani ed è servito da collagene tra i gruppi mafiosi”, ha avvertito.

Per ovviare a questo, secondo lo studio, “bisogna regolamentare le cosiddette zone di frontiera che sono poco controllate e rafforzare a livello delle forze dell'ordine”. “Inoltre -ha continuato Ganz- chi usa prodotti di origine illegale non è a conoscenza dei danni alla propria salute e di quanto questi prodotti siano nocivi. L'Italia spicca, comunque, come esempio positivo, all'interno del contesto europeo, per essere riuscita ad individuare tantissimi aspetti che favoriscono la criminalità organizzata, e procedendo poi ai sequestri di merce contraffatta”.

E proprio sui sequestri è intervenuto il generale della Guardia di Finanza, Stefano Screpanti. “Il fenomeno del contrabbando -ha ricordato- è concentrato in Campania, Friuli Venezia Giulia e Sicilia. Il contrabbando di sigarette per natura necessita di un'organizzazione e il fenomeno in questi ultimi anni si è diversificato e la dimensione è sempre più transnazionale. Il caso Sicilia, ad esempio, dove quasi tutte le provenienze avvengono dal Nord Africa, da traghetti provenienti dalla Tunisia o da natanti di clandestini. E' un mondo che non si conosce, parliamo ad esempio della Libia”.

Ernesto Savona, direttore Transcrime, ha, invece, fatto il punto sulle asimmetrie legali che producono opportunità per il crimine. “Le sigarette illegali -ha sottolineato- sono un costo per l'Unione europea. Quando anche le tasse pagate su un determinato prodotto variano da un paese all'altro, come i prodotti del tabacco, i mercati tendono a espandersi. Considerando il crescente numero di sigarette 'illicit white' contrabbandate in Europa, diventa difficile la cooperazione internazionale tra i paesi dentro e fuori i confini europei".

"La soluzione a questo problema - ha detto - è ridurre tali asimmetrie. Questo potrebbe essere fatto se i responsabili politici fossero informati su quali asimmetrie esistono, tra quali paesi e quale impatto hanno. Ciò significa calcolare i diversi rischi che queste asimmetrie producono. Questa analisi dovrebbe essere dinamica, sviluppando modelli di analisi dei rischi che potrebbero aiutare a prendere decisioni su cosa cambiare e come, a seconda delle variazioni dei principali elementi del mercato”.

“C'è una concorrenza sleale di tutto il settore -ha commentato Gennarino Masiello, presidente Elti, European leaf tobacco interbranch, la più grande associazione di produttori e trasformatori del comparto- che crea anche sfruttamento. Fare chiarezza su questo fenomeno è molto importante. Il contrabbando mortifica le imprese e le filiere che vivono nella legalità, alimenta una concorrenza sleale da parte di quello che può essere la competizione tra le imprese agricole produttrici, ma anche i trasformatori e gli utilizzatori finali".

"Nel mondo il contrabbando vale dai 40 ai 50 miliardi di dollari come evasione, in Europa vale circa 20 miliardi di euro e in Italia questo fenomeno sottrae all'erario un miliardo di euro. Risorse che potrebbero essere utilizzate per questioni sociali per lo sviluppo del nostro Paese”, ha concluso.

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