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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

09 febbraio 2018 | 10.22
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Francesca Archibugi, regista, commenta con il Corriere della Sera i dati sulla demografia diffusi dall'Istat. "Mi pare che il calo delle nascite non sia una novità di quest' ultimo anno", dice. "Ho tre figli. Penso sia giusto che sul perché non vengono fatti i figli in questi ultimi anni è arrivato il momento di sfatare un po' di luoghi comuni. Non è vero che non si mettono al mondo i figli perché ci sono problemi con il lavoro, o magari invece ci sono problemi economici. Perlomeno: non sono assolutamente soltanto questi i motivi"."Io parlo guardando a quello che è successo a tante delle mie amiche. Loro i figli non li hanno voluti fare, tutto qui".

"Trentatrè miliardi di euro. È la cifra che i cittadini italiani spendono ogni anno per integrare la spesa sanitaria (quattro volte superiore) garantita dallo Stato. 33 miliardi di spesa cosiddetta out of pocket, necessaria per pagare i ticket, le visite specialistiche, i farmaci non coperti dal Sistema Sanitario Nazionale, il dentista, le fisioterapie, e così via. Inevitabile che con queste cifre sia aumentata nel tempo l' area di chi rinuncia alle cure per ragioni economiche. Secondo il IV Rapporto sulla povertà sanitaria della Fondazione Banco Farmaceutico, nel 2017 23 italiani su 100 hanno dovuto rinunciare almeno una volta ad acquistare farmaci per problemi economici. La coperta del welfare pubblico è dunque corta". Lo scrivono su Avvenire Giancarlo Rovati, Professore ordinario di Sociologia generale alla Facoltà di Scienze Politiche dell' Università Cattolica del Sacro Cuore, e Luca Pesenti, ricercatore di Sociologia presso la medesima facoltà.

Flavio Cattaneo, amministratore delegato di Italo, traccia, in un'intervista al Sole 24 Ore, un bilancio dell'operazione appena conclusa. "Innanzitutto -dice- abbiamo valutato l' accoglienza che ci sarebbe stata sul mercato borsistico e che, come ci avevano riferito i global coordinator, sarebbe stata consistente dal punto di vista dell' interesse. Tuttavia, dato il momento di tensione delle Borse, l' Ipo avrebbe avuto un valore più basso di quanto offerto da Gip. Poi, il nostro advisor, preso atto dei probabili risultati dell' esecuzione del piano, inclusi i dividendi, ha ritenuto non congrua la prima offerta di 1,9 miliardi, ma comparabile la seconda proposta da quasi 2 miliardi (2,5 con i debiti senza rischi di esecuzione). Di fronte a tutto ciò, nonostante la mia particolare propensione e quella del presidente Luca Cordero di Montezemolo per la Borsa, abbiamo dovuto prendere atto che, in termini di valore, non potevamo discostarci dal giudizio degli altri azionisti. Tutti insieme e in piena serenità abbiamo quindi deciso di accettare l' offerta".

"Era un'offerta prendere o lasciare, a 1,9 miliardi la ritenevo inadeguata. Poi con il rilancio è diventata irrinunciabile e ci tenevo che ci fosse una decisione unanime, come sempre abbiamo avuto". Così Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Ntv, commenta al 'Corriere della Sera' la vendita della società ferroviaria al fondo statunitense Global Infrastructure Partners. Secondo Montezemolo, "il modello di concorrenza italiana nei treni diventerà tra due anni il modello europeo. Quando in tutta Europa si aprirà la concorrenza, Italo, per General Infrastructure, sarà la piattaforma di lancio per espandersi. La cifra enorme che hanno investito dimostra che hanno intenzione di crescere e sviluppare questo business. E questa sarà la migliore garanzia per tutti i nostri collaboratori che sono il nostro più grande patrimonio. Sono molto contento, orgoglioso di quello che abbiamo fatto tutti insieme con grande spirito di squadra", commenta ancora al quotidiano.

Carlo Calenda, ministro per lo Sviluppo economico parla con La Stampa della questione Italie e dice: "Se si fosse conclusa con gli azionisti che portano Italo in Borsa sarebbe stato un finale perfetto". Però è andata così, "era loro diritto vendere"." Io credo che l'azionista di Italo debba rimanere privato. Penso solo che sarebbe stato bello se gli azionisti avessero mantenuto una quota per continuare a partecipare allo sviluppo successivo dell'azienda".

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