“Per rispondere alla domanda globale, la nostra produzione di pasta è aumentata di 6 volte negli ultimi 80 anni. E negli ultimi 60 anni il nostro export è passato dal 5% al 56% sul totale prodotto. Il nostro settore traina pomodoro, olio e formaggio, diamo occupazione a 7.500 addetti e, lavorando la totalità del grano duro nazionale, teniamo di fatto in vita anche questa filiera agricola. Il mondo ci riconosce la leadership nell’arte pastaria e noi dobbiamo continuare a investire in qualità per mantenere questo primato”. E’ quanto afferma Paolo Barilla, presidente di Aidepi (Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane), in occasione del World Pasta day che si celebra il 25 ottobre.
“Per noi - continua Paolo Barilla - la qualità è una scelta di passione e tradizione, ma anche un obbligo del mercato, dove si affacciano competitor sempre più agguerriti e preparati. Per questo utilizziamo solo il miglior grano duro, italiano e proveniente dall’estero, disponibile sul mercato".
"Se non usassimo il grano importato, come abbiamo sempre fatto dall’Ottocento a oggi, in Italia - avverte - mangeremmo tutti meno pasta, rinunciando, in media, a 3 pacchi su 10 o rinunciando quasi del tutto ad esportare la pasta. Una situazione davvero paradossale”.