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Made in Italy: De Matteis, sì import grano, ma va tutelato quello di qualità

26 luglio 2017 | 13.28
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Marco De Matteis
Marco De Matteis

"L'import di grano è necessario, ma va tutelato quello italiano di qualità". A dirlo, in un'intervista a Labitalia, Marco De Matteis, amministratore delegato dell’omonimo pastificio produttore del brand Pasta Armando, ottenuto soltanto con grano 100% italiano di elevatissima qualità. "E' un dato di fatto -sostiene- che la disponibilità del grano duro nazionale non è sufficiente al fabbisogno dei pastifici italiani. La necessità di importazione delle materie prime nasce da questa esigenza, ed è anche vero che per molti anni in Italia non vi è stata la dovuta attenzione alla qualità del grano duro. Ma oggi è tempo di una nuova consapevolezza verso un’agricoltura con la ‘A’ maiuscola e il progetto Armando è una risposta concreta alla qualificazione della filiera italiana del grano di alta qualità".

"L’agricoltura italiana -spiega- rappresenta un enorme patrimonio di cultura e tradizioni. Eppure, sono enormi i problemi che incombono su questo settore che sembra vivere una continua condizione di crisi. Dal 2000 ad oggi le coltivazioni di grano duro in Italia si sono ridotte di 500mila ettari, tornando ai livelli registrati negli anni ’60. L’abbandono delle coltivazioni di grano duro ha rappresentato un indebolimento per l’intero comparto agricolo, proprio in un Paese come l’Italia, primo produttore di Pasta al mondo. La filiera Armando, di contro, sostiene e valorizza l’agricoltura italiana, riuscendo a dimostrare in 7 anni di vita che coltivare grano duro di eccellente qualità è possibile in Italia grazie all’impegno di tutti gli attori del nostro virtuoso sistema di filiera".

"I dati della filiera Armando -sottolinea- parlano chiaro: le nostre varietà di grano presentano livelli di proteine del 25%-30% maggiori rispetto ai livelli medi dei raccolti nazionali, e questo ormai dal 2011; quanto ai parametri di indice di glutine e colore, poi, i grani della nostra filiera raggiungono livelli di assoluta eccellenza tali da farli primeggiare al confronto con le migliori varietà estere. Un grano di altissima qualità, tutto italiano, grazie al quale è possibile ritrovare le caratteristiche di tenuta in cottura e profumo, che rendono Pasta Armando un prodotto top quality".

"Pasta Armando -ricorda Marco De Matteis- è prodotta solo con grano italiano coltivato grazie a un accordo tra pastificio e agricoltori; nell’ultima stagione sono state 833 le aziende agricole che hanno sottoscritto il nostro patto, destinando alla filiera Armando 12.000 ettari di coltivazioni, suddivisi tra 9 regioni. Il 'metodo Armando', unico in Italia, nasce dall’accordo diretto tra gli agricoltori e il nostro pastificio, senza intermediazioni, con impegni reciproci da un lato sulla qualità del grano, dall’altro sul prezzo garantito all’agricoltore".

"La filiera -assicura- prevede un rigido disciplinare di coltivazione, selezionate varietà di grano duro e l’applicazione di pratiche agronomiche che garantiscono la produzione di una materia prima sana e di eccellente qualità. Il risultato, infatti, è un grano con una percentuale proteica minima del 14,5%, valori di aflatossine minimi o nulli e assenza di residui chimici".

"Le considerazioni di carattere economico -sottolinea- favoriscono la scelta di aderire alla filiera Armando. Chi ha sposato il progetto si impegna a rispettare un contratto che può contare su un prezzo minimo garantito superiore a quello di mercato, soggetto a continue oscillazioni. Il prezzo cresce, poi, in proporzione alla qualità del grano prodotto. Arrivati al settimo anno del progetto, possiamo dirci orgogliosi dei risultati raggiunti, tanto più importanti in un contesto economico e di mercato poco confortante per l’intero comparto cerealicolo".

"Il clima di fiducia nel futuro -sottolinea- riscontrato tra gli agricoltori della comunità Armando, inoltre, è un dato oggettivo, confortato anche dai risultati di una recente ricerca condotta dalla società di ricerca Agri2000. Da tale analisi emergono le motivazioni che hanno portato all’adesione alla filiera: in termini di produttività si registra un +42% di aumento delle rese; quanto alla redditività l’incremento è del 123%. Se la superficie mediamente coltivata a grano duro in Italia negli ultimi sei anni avesse seguito il modello di filiera Armando, avrebbe prodotto un maggiore valore per le imprese agricole di oltre 1,5 miliardi di euro rispetto alle medie di mercato dello stesso periodo".

"L’Italia -osserva- è in deficit produttivo per il grano duro: rispetto alla produzione di pasta, ci manca oltre il 40% del grano necessario per produrla. Questo è un dato di fatto e bisognerebbe che tutti partissero da dati oggettivi prima di cavalcare inutili polemiche. L’Italia poi è un Paese dove il controllo sanitario sull’industria alimentare ha maglie molto strette e questa è una garanzia per i consumatori che possono stare tranquilli sul rispetto delle normative vigenti. Ciò detto, produrre pasta con grano italiano è possibile, ma occorre un grande sforzo di sistema che punti a incrementare la quantità e la qualità del grano nazionale. Noi ci stiamo puntando perché crediamo che il punto non sia ‘parlare contro’ il grano estero, quanto ‘fare qualcosa di buono’ per la nostra filiera".

"In agricoltura -aggiunge Marco De Matteis- come nel turismo, può avere grande importanza la politica di settore. Il nostro, in particolare, ha bisogno di migliorare le proprie pratiche per produrre materie prime che puntino all’eccellenza e, come in tutti i settori dell’economia, occorre investire in formazione, in impianti e infrastrutture, organizzando al meglio le aziende agricole che oggi sono piccole e troppo frammentate. Noi abbiamo cercato di supportare gli agricoltori della filiera sia dal punto di vista agronomico sia da quello economico; ma non siamo certo in grado di modificare le dinamiche di un intero settore".

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