cerca CERCA
Venerdì 29 Marzo 2024
Aggiornato: 11:04
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Siccità: nel 2017 -30% per raccolta miele

31 agosto 2017 | 15.30
LETTURA: 4 minuti

Siccità: nel 2017 -30% per raccolta miele

È un indicatore straordinario dello stato di salute dell’ambiente, oltre che un instancabile lavoratore, nutre se stesso, uomini e animali e permette, con l’impollinazione, il ciclo naturale delle piante. L’ape, insetto nobile e rispettato sin dall’antichità (quando rappresentava l’unica fonte di zuccheri), non ha perso il suo fascino e la sua attrattiva.

Come rivela l’associazione apistica Arpat, l'apicoltura interessa medici, avvocati, impiegati, imprenditori, industriali, operai. Persone che hanno aumentato la sensibilità e compreso l’importanza di un insetto che, oggi come non mai, è a fortissimo rischio.

Ai problemi cronici (pesticidi, concorrenza sleale) si sono aggiunti parassiti (Varroa destructor), insetti (la vespa velutina, calabrone arrivato dall’Estremo Oriente) e il clima anomalo e la siccità, che hanno affossato la produzione di miele e messo in ginocchio gli apicoltori.

Le stime sono terribili: nel 2017 la resa sarà del 30% rispetto alla media nazionale, con raccolti prossimi allo zero nei territori da sempre più vocati d’Italia, come l’area di Montalcino e tutto il territorio toscano che, in situazioni di normalità, rappresenta il 10 % della produzione nazionale (media di 23.000 quintali) e, grazie alla conformazione del territorio, detiene il record di almeno dieci varietà: dalla marruca prodotta esclusivamente in Maremma al corbezzolo, particolarità di Montalcino, fino al miele di spiaggia nella zona viareggina.

Alcune di queste varietà vedranno la loro produzione azzerarsi. Il miele di sulla, per esempio, per via della siccità, non è stato raccolto. Le medie del girasole sono vicine allo zero perché le rese sono state insignificanti. Il miele di tiglio non si è potuto raccogliere nelle città per i motivi già riportati (è stato fatto un po’ di millefiori con prevalenza di melata, in media 5-6 kg/alveare). Malissimo anche l’erba medica e tutti i millefiori che forniscono del nettare nella stagione estiva. Per il corbezzolo, tipico della zona del Brunello, è ancora presto, visto che si raccoglie tra settembre e ottobre, ma i presupposti, ancora una volta, non sono buoni.

“Sono dati riferiti al mese di luglio - spiega Michele Valleri dell’Osservatorio Nazionale del Miele - ma dopo quel mese non si è aggiunto niente. Qualcosina nella zona di Monteaperti, ma si parla di 3 kg a famiglia. La gelata di fine aprile ha rovinato le piante di acacia e la fioritura, poi la siccità unita al gran caldo ha fatto il resto”.

E se le api hanno poco da mangiare, sono più deboli e quindi più vulnerabili alle vecchie patologie e nuovi nemici, come la Varroa, ormai endemica, o la vespa velutina, arrivata a Carrara lo scorso luglio e un altro problema che terrà in apprensione gli apicoltori nei prossimi anni.

In questo annus orribilis c’è una varietà che si salva, il castagno. Affetto di recente dal cinipide, adesso sta guarendo e la produzione di miele, in alcune zone in montagna, si è salvata.

“Il settore è forte, le associazioni sono attive, molta gente è sempre più incuriosita - aggiunge Valleri - certo, le difficoltà ci sono, ma si stringe i denti e si va avanti. Il settore nonostante tutto è in espansione, anche perché è più “mobile”. Se un terreno agricolo è in difficoltà non ci puoi far niente. Le aziende che producono miele sono dinamiche, non stanno chiudendo. Molte si stanno specializzando in altre attività come la vendita di regine e la produzione di polline e pappa reale. Non c’è solo il miele”.

Michele Valleri farà un intervento al convegno della “Settimana del Miele”, tra i principali appuntamenti del settore a livello nazionale, che si terrà a Montalcino dall’8 al 10 settembre grazie alla collaborazione tra le associazioni apistiche della Toscana e Asga (Associazione Senese Grossetana Apicoltori), che da oltre 40 anni tutela le aziende del settore nei territori di Siena, Grosseto e Arezzo. “Parlerò dei dati di produzione regionali, che riguardano tutta la stagione visto che ormai è finita. Il clima ci sta dando dei segnali, il trend ormai è questo. Negli ultimi dieci anni, sono stati di più quelli negativi che quelli positivi”.

A Montalcino sono ben 4657 infatti gli apicoltori con sede legale in Toscana. Di questi, il 40% sono aziende che commercializzano la propria produzione. Sono quindi imprenditori agricoli a tutti gli effetti, visto che l’apicoltore è un agricoltore riconosciuto tale dalla legge. Il totale degli alveari presenti in anagrafe sono ad oggi 98.172 (di cui il 73% è detenuto dagli apicoltori che producono per la commercializzazione del prodotto).

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza