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Roma, Consulenti lavoro, dopo caso Colosseo ecco cosa cambia con dl

22 settembre 2015 | 09.18
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Il governo dichiara anche i musei e i siti archeologici servizi pubblici essenziali. Ma cosa significa concretamente e quali sono le conseguenze per i visitatori e i lavoratori? E' quanto spiega in un approfondimento la Fondazione studi dei consulenti del lavoro

Roma, Consulenti lavoro, dopo caso Colosseo ecco cosa cambia con dl

Dopo le polemiche seguite alle recenti chiusure al pubblico del Colosseo a Roma, così come era già peraltro successo recentemente a Pompei, il Governo corre ai ripari dichiarando anche i musei e i siti archeologici servizi pubblici essenziali. Ma cosa significa concretamente e quali sono le conseguenze per i visitatori e i lavoratori? E' quanto spiega in un approfondimento la Fondazione studi dei consulenti del lavoro secondo cui "la questione nasce dal diritto per i lavoratori di libertà sindacale e di sciopero. Si tratta di diritti fondamentali riconosciuti dalla costituzione. Lo sciopero non risulta compiutamente regolamentato con una specifica legge attuativa del principio costituzionale contenuto all’articolo 40, con conseguente rischio anche di improvvise chiusure di attività o luoghi di lavoro, a causa di lavoratori che decidono di esercitare tale diritto".

"Tuttavia, una legge del 1990 - allo scopo di contemperare l'esercizio del diritto di sciopero con il godimento di altri diritti fondamentali della persona - prevede -spiegano i consulenti- precise regole e procedure da seguire in caso di conflitto collettivo, per assicurare comunque il funzionamento di alcuni servizi ritenuti essenziali".

"Ed è proprio sulla legge n.146/1990 -continua l'approfondimento dei professionisti- che interviene l'esecutivo inserendo anche i musei ed i siti archeologici tra i servizi ritenuti essenziali per la persona. Vediamo quali sono le conseguenze".

Ma cosa cambia per i lavoratori con il decreto del governo? "Per proclamare -scrivono i consulenti del lavoro- uno sciopero occorre preventivamente comunicarlo per iscritto sia alle imprese o amministrazioni che erogano il servizio. Il preavviso è fissato dai contratti collettivi per un periodo comunque non inferiore a 10 giorni. La comunicazione del preavviso deve contenere la durata, le modalità di attuazione e le motivazioni dell'astensione collettiva dal lavoro. Ma la comunicazione -aggiungono- dovrà essere indirizzata anche alla 'Commissione di Garanzia dello Sciopero nei Servizi Pubblici Essenziali' che si dovrà esprimere sulla legittimità dello stesso. L'Authority può decidere anche la sospensione o il differimento dell’astensione o arrivare anche alla precettazione dei lavoratori interessati, nel caso di effettuazione dello sciopero".

"Le sanzioni in caso di violazioni -aggiungono i professionisti- possono essere di natura pecuniaria per le associazioni sindacali e i responsabili delle imprese erogatrici. I lavoratori saranno invece esposti al rischio di sanzioni disciplinari anche pecuniarie ma comunque diverse dal licenziamento. E' evidente che questa modifica garantisce maggiormente i visitatori dei musi e dei siti archeologici, considerato che di fatto viene impedita l'improvvisa proclamazione dello sciopero".

"Infatti -conclude l'approfondimento- la comunicazione preventiva dell'intenzione di astenersi collettivamente dalla prestazione lavorativa ha anche la finalità di consentire alle imprese o amministrazioni erogatrici del servizio di adottare le misure idonee ed effettuare le comunicazioni all’utenza, evitando così i disservizi che si sono creati nei giorni scorsi".

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