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Lavoro: consulenti a Poletti, correggere procedura dimissioni on line

02 marzo 2016 | 18.09
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Lavoro: consulenti a Poletti, correggere procedura dimissioni on line

Il Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro ha inviato una lettera al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, per chiedere di riconsiderare la portata delle nuove norme sulle dimissioni on line del lavoratore, attenuandone gli effetti soprattutto in caso di abbandono del posto di lavoro da parte del lavoratore.

"La procedura, voluta dal decreto legislativo n.151/2015 attuativo del Jobs Act per ovviare a un fenomeno residuale come quello delle 'dimissioni in bianco', rischia di gravare - avvertono - sui bilanci dello Stato e del datore di lavoro. Il provvedimento non prevede, però, delle azioni specifiche per chi abbandona il posto di lavoro senza formalizzare le dimissioni. Fenomeno, questo, molto ricorrente, soprattutto in alcuni settori, e stimato in circa 70.000 casi l’anno".

"Con l’entrata in vigore della nuova disciplina il prossimo 12 marzo, il datore di lavoro - spiegano - per essere in regola dovrà procedere con il licenziamento per giusta causa del lavoratore per abbandono del posto di lavoro. Tuttavia, questa scelta non sarà assolutamente indolore sotto il profilo dei costi: il ticket licenziamento (per anzianità fino a 3 anni) può arrivare fino a 1.500 euro circa. Per le aziende si tratta di un maggior costo potenziale di 105 milioni di euro l’anno".

Trasformare una dimissione di fatto in un licenziamento effettivo, però, porta con sé altri effetti quali il riconoscimento dell’indennità di disoccupazione (oggi Naspi) a favore di chi ha abbandonato il posto di lavoro. La Fondazione studi del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro ha calcolato, in un’indagine, che, su una retribuzione non superiore a 25.000 euro l’anno, il costo del trattamento per 24 mesi è di circa 21.000 euro.

"Ciò significa - chiarisce - che lo Stato potrebbe essere chiamato a corrispondere a questi lavoratori una indennità (su due anni) di 1,47 miliardi di euro. Da qui la richiesta del Consiglio nazionale dell’Ordine al ministro di riconsiderare gli effetti del provvedimento che, stante la situazione attuale, sono destinati a ricadere sulle aziende e sulle casse dello Stato".

"Noi chiediamo che venga applicato un correttivo - dichiara la presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone - per dare al datore di lavoro la possibilità di fare una comunicazione al lavoratore, via pec o raccomandata, e in assenza di risposta, dopo 7 giorni dall'avviso, di poterlo considerare dimesso e non dover effettuare una procedura di licenziamento".

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