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Dimissioni on line, arriva il vademecum dei consulenti del lavoro

14 marzo 2016 | 13.17
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(Foto Fotogramma) - (FOTOGRAMMA)
(Foto Fotogramma) - (FOTOGRAMMA)

"Con le dimissioni on line per l'impresa aumentano oneri e incertezza". A dirlo la Fondazione Studi dei consulenti del lavoro nel vademecum operativo, corredato da un facsimile di comunicazione da personalizzare e da inviare ai clienti, per far sì che la norma possa essere recepita correttamente. "La procedura on line - spiega - per confermare le dimissioni del lavoratore si presenta come un ulteriore balzello burocratico, capace di creare esclusivamente problemi e difficoltà a tutti gli attori del rapporto di lavoro".

"Il fine con cui nasce - avverte - è certamente nobile, ma risulta di difficile comprensione la necessità di dover complicare l'iter di dimissioni di oltre un milione di lavoratori per una manciata di irregolarità, peraltro mai censite esattamente. Abusi e violazioni residuali si perseguono con la vigilanza e inasprendo il quadro sanzionatorio, non certamente rendendo costoso e a volte impossibile l'iter procedurale per tutti".

E così a farne le spese, per la Fondazione Studi, "saranno i datori di lavoro che non avranno in mano più alcuno strumento per sopperire all'inattivismo del lavoratore dimessosi, che non completa la procedura on line; con conseguente obbligo di licenziamento e di pagamento del relativo ticket".

"Ma costerà fatica - fa notare - anche ai lavoratori diligenti, che per confermare le dimissioni dovranno completare una procedura lunga e farraginosa con la richiesta di un Pin consegnato in due fasi (una parte via Internet e una per posta). E se per completare l'iter decideranno di avvalersi di un patronato, avrà un costo anche per i lavoratori. Ma chi ci rimetterà più di tutti sarà lo stesso Stato che ha creato questo mostro giuridico".

"Il pagamento della conseguente Naspi - avverte la Fondazione Studi dei consulenti del lavoro - sarà il pesante aggravio al bilancio (circa 1,5 miliardi di euro) già segnalato, ma trascurato. Così come non hanno trovato ancora accoglimento le richieste di modifica formulate in ripetute occasioni dal Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, nel totale silenzio delle associazioni di categoria. Richieste che sono lì, depositate in Parlamento e al ministero, in attesa che vengano recepite appena vi sarà un primo riscontro fattuale".

"Resta il fatto che - sottolinea - questa norma è in vigore. Dunque, va attuata e segnalata ai clienti per dare loro la possibilità di recepirla. E per questo motivo abbiamo predisposto un vademecum (scaricabile dal sito 'Consulentidellavoro.it', ndr). Con la speranza che nei decreti correttivi al Jobs Act, che sono in fase di predisposizione, si possa trovare spazio per le proposte di modifica formulate dai consulenti del lavoro".

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