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Pa: Dell'Aringa, bene assunzione precari nessun problema a finanze pubbliche

15 febbraio 2017 | 12.44
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Carlo Dell'Aringa
Carlo Dell'Aringa

"Una misura che rientra nella lotta alla precarietà, un argomento per cui l'Italia è spesso messa sotto accusa dalla Corte di Giustizia europea, e che non crea problemi di finanza pubblica, perché si tratta di persone già pagate adesso". Così Carlo Dell'Aringa, economista e deputato Pd, già sottosegretario al Lavoro nel Governo Letta, commenta con Labitalia la bozza del Testo unico sulla Pa che dovrebbe arrivare venerdì in Consiglio dei ministri e che, tra le altre cose, prevede la stabilizzazione dei precari in servizio da almeno 3 anni.

"Le persone che lavorano con contratti a tempo determinato -aggiunge Dell'Aringa- hanno già passato il vaglio di una procedura selettiva, mentre per i precari veri e propri, i collaboratori, si dovranno fare i concorsi, nel rispetto dell'accesso all'esterno e nel rispetto dei fabbisogni professionali, perché le assunzioni non si baseranno più su una generica pianta organica ma sull'analisi dei fabbisogni delle competenze".

La vera novità del Testo unico, spiega Dell'Aringa, che dal 1995 al 2000 è stato anche presidente dell'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran), "è la valutazione della dirigenza, che avverrà su due fronti: riguarderà i singoli dirigenti, ma riguarderà anche le performances delle strutture".

Si tratta, spiega l'economista, "di un punto delicato, problematico e di un percorso che si è tentato altre volte di mettere in pista, senza però riuscirci". "Ma forse questa è la volta buona -ammette il professore- perché in questo Testo unico si danno più autonomia e più competenze agli Oiv, gli organismi interni di valutazione, già presenti in ogni amministrazione pubblica, ma poco efficienti perché appunto troppo 'interni'".

Adesso, spiega Dell'Aringa, "si metteranno negli Oiv competenze esterne, prese da un Albo curato dalla Funzione Pubblica e la stessa Funzione Pubblica fornirà gli indirizzi cui attenersi per le valutazioni".

Senza dubbio, ammette, "si tratta di un compito ambizioso a cui si dovranno anche adeguare le Regioni e gli Enti locali, emanando a loro volta gli indirizzi per le valutazioni di loro competenza". E la cosa importante, sottolinea Dell'Aringa, è che "gli Oiv, collegati in rete, dovranno valutare sia gli obiettivi (dunque i programmi anche a medio-lungo termine) sia l'efficienza ordinaria, quotidiana dei servizi erogati, sulla base di costi standard e di studi di benchmarking", conclude.

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