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Lavoro: Galante (Intoo), tenere alta attenzione su ricollocazione

16 febbraio 2017 | 13.02
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Cetti Galante
Cetti Galante

La "sperimentazione pubblica sulla ricollocazione" è partita ma occorre "tenere alta l'attenzione sulla qualità". Lo dichiara Cetti Galante, amministratore delegato di Intoo, società di Gi Group leader in Italia nei servizi di ricollocazione professionale che ogni anno segue circa 3.000 persone attraverso programmi di continuità professionale individuale o collettiva. "Come Intoo -prosegue- pensiamo sia necessario creare un reale sistema aperto pubblico e privato che garantisca alla persona un efficiente sistema di politiche di supporto alla ricollocazione professionale: continuare a focalizzarsi sulle sole politiche passive non basta, è oneroso per lo Stato e non educa alla proattività nella ricerca di una nuova occupazione".

"Me lo conferma il mio impegno quotidiano: quasi il 90% delle persone affidate a Intoo -sottolinea l'ad di Intoo- rientra nel mercato del lavoro in circa 6 mesi, il 70% come dipendenti, il 30% direttamente a tempo indeterminato. Per lo Stato il servizio di outplacement offerto da agenzie specializzate private offre un’enorme opportunità in termini di risparmio potenziale. Se è vero che una persona supportata con un servizio di outplacement di qualità rientra nel mercato del lavoro mediamente 6 mesi prima rispetto a una persona che cerca in autonomia, la stima che abbiamo fatto in Intoo dice che lo Stato risparmierebbe in media 7.200 euro a persona, che significa circa 1 miliardo di euro ogni 150.000 disoccupati ricollocati".

"Occorre, dunque, incoraggiare l’uso di questo servizio e la sua diffusione, però mantenendo alti standard di servizio. In questi giorni è arrivato l’accordo tra ministero e Regioni sulla partenza dell’assegno di ricollocazione, strumento che potrebbe permettere ai lavoratori disoccupati di utilizzare un voucher del valore da 250 a 5.000 euro presso un ente accreditato privato o pubblico per essere supportati nella ricerca di una nuova occupazione", ricorda Galante.

"L’Anpal sta pensando a interventi pubblici più estensivi in ambito politiche attive; più si va nella direzione delle politiche attive meglio è, ma è necessario porsi come obiettivo primario un supporto alla ricollocazione 'di qualità', effettuato da specialisti del mestiere, con esperienza in diversi settori merceologici e direttamente collegati con le aziende del territorio; professionisti che utilizzano strumenti tecnologici all’avanguardia e formati in modo specialistico per accompagnare le persone nella realizzazione dei loro obiettivi personali, coniugandoli con le esigenze del mercato", osserva Galante.

Il processo di outplacement, ricorda l'ad di Intoo, "non va banalizzato e inteso come 'puro matching' di posizioni disponibili". "L’interazione continua e intensiva con la persona - dice - è fondamentale. E’ un processo che lavora tutto incentrato sulla persona, mettendola nelle condizioni di comprendere a pieno le proprie potenzialità e gli obiettivi realizzabili, impiegando gli strumenti di comunicazione corretti, non solo il Cv, ma anche canali social, networking e personal branding, preparandola adeguatamente a un colloquio di lavoro con simulazioni e uso del web, al fine di ridurne il più possibile i tempi di permanenza fuori dal mercato del lavoro e dal sistema contributivo".

"Auspico, dunque, un maggiore dialogo tra le società di outplacement specializzate e le istituzioni, per sperimentare misure di qualità, che riescano realmente a essere di supporto ai lavoratori disoccupati sul loro obiettivo reale: ritrovare un lavoro dipendente il più in fretta possibile", conclude Galante.

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