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Famiglia: le 'madri digitali' chiedono interventi concreti alle istituzioni

07 giugno 2017 | 12.51
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Famiglia: le 'madri digitali' chiedono interventi concreti alle istituzioni

Chiedono a gran voce di essere ascoltate, riconosciute e sostenute dalle istituzioni le madri digitali. Magari accorciando le distanze con le sedi decisionali grazie all’impiego delle nuove tecnologie. Come ha dimostrato il convegno organizzato in Parlamento dall’agenzia FattoreMamma con l’associazione Italian Digital Revolution, presso il Palazzo dei gruppi della Camera, e al quale sono intervenuti numerosi esponenti di spicco del mondo politico e imprenditoriale. Al centro del dibattito, che si è sviluppato in più direzioni, le mamme blogger, iperconnesse, che sono sempre più numerose in Italia e pronte a ricercare soluzioni ai problemi della vita di tutti i giorni.

“Nel nostro paese crescono solo le famiglie con figli unici - ha affermato il ministro per gli Affari regionali con delega alla famiglia, Enrico Costa - e i dati sulla natalità non sono positivi”. Nel 2016, secondo l’Istat, infatti, è stato battuto il record negativo che risaliva all’anno precedente, il 2015, quando le nuove vite erano state 486mila: il dato infatti è sceso a 474mila.

Preoccupa, quindi, il calo demografico, dovuto anche, secondo Costa, “alle difficoltà a conciliare la vita lavorativa con quella familiare". "Anche per questo necessita l’introduzione di un testo unico, una norma di buon senso - ha avvertito - che metta insieme tutte le misure a sostegno della famiglia. Crescono invece le mamme digitali. Sotto questo aspetto, i numeri sono incoraggianti, anche perché è fondamentale che la tecnologia venga utilizzata per raggiungere determinati obiettivi”.

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha invece inviato un messaggio agli organizzatori in cui ha sottolineato l’importanza del ruolo delle mamme e della rete, che può “dare un grande aiuto come strumento di confronto e di discussione”. Durante l’incontro, è stato presentato il sondaggio realizzato da FattoreMamma allo scopo di esplorare le reali esigenze dell’universo materno e preparare una sorta di vademecum per chi vuole costruire un contesto sociale e psicologico scevro da particolari difficoltà.

A rispondere su argomenti quali lavoro, scuola e salute, sono state 1.242 madri italiane. Significativo l’esito: “Il 75% delle intervistate - si legge nel report - sottolinea l’inconciliabilità tra vita lavorativa e familiare adducendo come esempi principali il rientro dalla maternità troppo precoce (soprattutto se si pensa che l’allattamento al seno è vivamente consigliato dall’Oms almeno fino al sesto mese di vita del bambino), la mancanza di misure di incentivazione delle aziende affinché considerino il lavoro femminile una opportunità, invece che un ‘problema’, la necessità di maggiore flessibilità di orari".

"Il 62% richiede un maggiore sostegno economico a favore della maternità e il 58% più tutela dal punto di vista legislativo”, aggiunge.

Per quanto riguardo la scuola, prosegue lo studio, “l’incompatibilità con gli orari di lavoro è riconosciuta dal 60% delle intervistate come la problematica principale seguita dalla mancanza di sostegno economico". "Il paragone con gli altri paesi europei, dove il sistema scolastico prevede una distribuzione delle vacanze e una gestione degli orari più flessibile, viene citato spesso come esempio da seguire. Un tema ricorrente è l’inaccessibilità degli asili nido, che si concretizza da una parte nella poca disponibilità di posti dei nidi pubblici, dall’altra nei costi insostenibili di quelli privati”, sottolinea.

Sulla salute, si legge ancora, “il 67% delle intervistate ritiene i lunghi tempi di attesa per le prestazioni sanitarie il problema principale, soprattutto se riguarda gli esami per la gravidanza (in alcune regioni si dovrebbero prenotare prima del concepimento per avere la certezza di usufruire del servizio nei tempi dovuti), ma anche quelli per i bambini affetti da patologie, da disabilità o Dsa (si è costrette a ricorrere al settore privato per avere diagnosi e impostare la terapia in tempi brevi). A questo tema si lega inevitabilmente la necessità di un sostegno economico e di agevolazioni per l’acquisto di farmaci e per le prestazioni sanitarie in genere”.

Quindi, “evidenziate le criticità - hanno sostenuto le autrici dell’indagine - abbiamo chiesto alle mamme di proporre soluzioni: l’83% delle intervistate riterrebbe utile poter dialogare direttamente con le istituzioni attraverso una piattaforma digitale". "Il pensiero diffuso è che esista un gap tra le esigenze concrete delle mamme - hanno evidenziato - e l’idea che di esse hanno le istituzioni e un dialogo diretto potrebbe favorire una maggiore comprensione delle loro istanze”.

“La genitorialità andrebbe riconosciuta come ‘lavoro sociale’ perciò - ha asserito Jolanda Restano, fondatrice di FattoreMamma - ma anche con convinzione. Siamo con gli adolescenti la fascia di popolazione più digitalizzata: è tempo, secondo noi, di cogliere l’opportunità per modernizzare il paese partendo anche dal rendere le donne e le mamme più libere di contribuire in ogni modo alla sua crescita”.

Per la socia dell’Aidr, Rosangela Cesareo, “ora più che mai c’è bisogno di formazione, di preparare chi ha uno strumento ma è ancora incapace di usarlo". "E si deve partire dal basso, dalle scuole. Così come le altre materie, deve trovare spazio anche il digitale. È questa la vera rivoluzione della nostra era di cui tutti devono prendere coscienza e agire di conseguenza”, ha rimarcato.

Su questo fronte, ha spiegato Davide D’Amico, dirigente del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, “il Miur ha avviato una serie di interventi mirati affinché vi sia in ogni scuola un animatore digitale al fine di sensibilizzare i professori sul tema". "Infatti, se vogliamo che i nostri figli abbiano delle competenze specifiche e conoscano i rischi della rete, bisogna anzitutto formare i docenti che sono circa 700mila”, ha concluso.

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