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Compro oro: Antico, con norme antiriciclaggio panico e confusione tra operatori

26 giugno 2017 | 17.35
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Nunzio Ragno presidente Antico
Nunzio Ragno presidente Antico

Per Antico, Associazione nazionale tutela il comparto dell'oro, panico e molta confusione regnano, negli ultimi giorni, tra gli operatori compro oro e gioiellieri dediti alla compravendita di oggetti preziosi usati. Infatti, "il prossimo 5 luglio saranno efficaci le norme contenute nel nuovo decreto legislativo numero 92 del 25 maggio 2017, che ha come ambizione la lotta e il contrasto al riciclaggio e alla ricettazione in un settore di attività economica, che necessitava di una legge molto più chiara ed omogenea di comparto, pena l’effetto contrario a quello sperato. E’ proprio quello che si verificherà dopo l’entrata in vigore del decreto e delle sue sconclusionate misure contenute".

"Il riferimento specifico -sottolinea- è all’istituzione di un registro presso l’Oam (al momento non attivo), all’apertura di un conto corrente dedicato per transazioni di compro oro (sul cui funzionamento preciso non ci sono dettagli riportati), all’effettuazione delle segnalazioni di operazioni sospette (assenza di indicatori di anomalia specifici per l’attività esercitata) presso l'UIF, fino al rispetto concreto delle regole in materia antiriciclaggio come le modalità di adeguata verifica della clientela, la costituzione del fascicolo e la conservazione dei dati acquisiti. Il tutto, però, senza contenuti sulle modalità effettive di applicazione dell’Iva nelle cessioni dei preziosi usati, e incapiente dal punto di vista del rispetto di leggi primarie in ambito amministrativo".

"Si doveva partire -spiega il presidente di Antico, Nunzio Ragno-dalla distinzione delle qualifiche riferite alle diverse attività esercitate nonché dei rispettivi ruoli assunti da ogni soggetto operante nel comparto aurifero (compro oro, gioiellerie, banco metalli, fonderie, ecc.), introducendo limiti di demarcazione e assoggettamenti particolari e specifici a norme fiscali, amministrative e operative, tra un soggetto e un altro; invece, si è rabattata una vecchia legge di quasi novant’anni, accostandola, in modo non collimante e superficiale, alle disposizioni dell’antiriciclaggio previste per banche e professionisti. Insomma, un pastrocchio che introduce nuovi obblighi, poco chiari e, tra l’altro, in attesa di provvedimenti attuativi, che complicano, in modo non omogeneo e non finalizzante, l’operatività dei soggetti”.

Il presidente Ragno sottolinea "la mancata presa in carico di alcune raccomandazioni e indicazioni poste dall’associazione in sede di audizione parlamentare alle commissioni Finanze di Camera e Senato; così come la questione del limite al contante di 500 euro che non bisognava modificare, sia perché si stavano introducendo, con la norma, maggiori presidi al contrasto al riciclaggio, sia perché il tetto introdotto rappresenta a tutti gli effetti una violazione agli articoli 3 e 41 della Costituzione".

"Ma nonostante tutto ciò -chiarisce- niente paura, attraverso la nostra alta esperienza e formazione in materia legislativa abbiamo messo a disposizione di tutti i nostri associati un vademecum e disciplinare tecnico operativo che coadiuvi l’assolvimento degli obblighi previsti dalla norma".

"Il manuale -continua- comprende la soluzione ad una serie di casistiche particolari di operatività, non dettagliatamente riportate nel testo normativo, a cui abbiamo abbinato autentiche interpretazioni nel rispetto delle leggi primarie di settore; questo per supportarli nel superamento delle criticità emerse".

L’associazione ritiene che "il modus operandi del legislatore produrrà, obtorto collo, effetti distorsivi al rispetto delle norme, oltre che deleteri per l’economia italiana, a causa dell’esasperazione provocata ai destinatari delle misure, che, o cessando le proprie attività o ricercando metodi alternativi alla legittima operatività (evasioni e-o elusioni), contribuiranno in maniera minore al gettito fiscale per l’erario.

"Per ciò che concerne -sottolinea- la limitazione a euro 500,00 dell’utilizzo del contante nelle transazioni di preziosi usati, Antico fa sapere che è al lavoro per la concretizzazione di una soluzione evoluta, concreta e alternativa al contante, che possa soddisfare le esigenze operative degli addetti al settore nelle transazioni con i propri clienti".

"Tanto -avverte- in risposta temporanea al mancato accoglimento dell’appello inoltrato alla presidenza della Repubblica, che non ha provveduto a re-inviare, per le dovute modifiche, l’atto di legge al governo".

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