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Addio all'economista Carlo Dell'Aringa

19 settembre 2018 | 10.58
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(Fotogramma)
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E' morto, all'età di 77 anni, per un infarto, l'economista Carlo Dell'Aringa. Esperto di mercato dell'occupazione, docente di Economia politica all’Università Cattolica di Milano, è stato sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali nel governo Letta. Dal 1995 al 2000 è stato presidente dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) e dal 2001 al 2004 commissario straordinario dell’Isfol. Nato nel 1940, si è laureato nel 1963 alla Cattolica di Milano in Scienze politiche, poi ha conseguito il D.Phil in Economics al Linacre College dell’Università di Oxford con una tesi su 'Wages, Prices and Employment in Italy' in cui veniva stimata una delle prime curve di Phillips per l’Italia. Diventato professore ordinario nel 1981, titolare della cattedra di Economia politica alla Cattolica, che ha mantenuto fino alla fine della carriera, coronata con l'attribuzione del titolo di professore emerito nel 2015.

Così lo ricorda il 'Sole 24 Ore', di cui è stato editorialista: "Era un profondo conoscitore delle tematiche del mercato del lavoro italiano, in particolare della condizione occupazionale dei giovani, ma anche dei salari, della produttività e delle diseguaglianze, delle relazioni sociali e dei contratti collettivi. La sfida per la modernizzazione del mercato del lavoro italiano l’ha accompagnato lungo tutta la carriera: dalla riforma della scala mobile per la lotta all’inflazione all’introduzione della flessibilità nei contratti di lavoro per favorire la creazione di occupazione".

In una delle ultime, numerose e autorevoli, interviste concesse a Labitalia, Dell'Aringa commentava il Testo unico sulla Pa che prevedeva, tra l'altro, la stabilizzazione dei precari in servizio da almeno 3 anni: "Una misura che rientra nella lotta alla precarietà, un argomento per cui l'Italia è spesso messa sotto accusa dalla Corte di Giustizia europea, e che non crea problemi di finanza pubblica - era il suo pensiero - perché si tratta di persone già pagate adesso. Le persone che lavorano con contratti a tempo determinato hanno già passato il vaglio di una procedura selettiva, mentre per i precari veri e propri, i collaboratori, si dovranno fare i concorsi, nel rispetto dell'accesso all'esterno e nel rispetto dei fabbisogni professionali, perché le assunzioni non si baseranno più su una generica pianta organica ma sull'analisi dei fabbisogni delle competenze".

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